Passare da quattro autorizzazioni (ristoranti, bar, bar con intrattenimento e sale da the) a ununica licenza, eliminare il registro degli esercenti di commercio (Rec) e le commissioni pubblici esercizi regionali provinciali e comunali, sopprimere la voce pane e coperto dai menù. Queste alcune delle novità contenute nella proposta di legge che disciplina le attività di somministrazione di alimenti e bevande approvata ieri dalla giunta regionale. «Si tratta di una legge che semplifica ma non liberalizza - ha detto il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo -, una legge che elimina ostacoli e barriere a chi intende investire. Una legge che vuole sostenere gli investimenti delle imprese, favorire la qualità e la tutela del consumatore. Che nasce dalla concertazione - ha aggiunto Marrazzo - e si basa sulla sussidiarietà, segnando una pietra miliare per lo sviluppo di un settore che nel Lazio conta, tra ristoranti, bar ed esercizi similari, 23.630 attività». In base al principio di sussidiarietà i Comuni vengono quindi chiamati a svolgere la funzione programmatoria determinando, in accordo con le forze sociali, i criteri delle aperture, rilasciando le autorizzazioni e garantendo i principi della concorrenza e della libera iniziativa economica. La proposta di legge, che dovrà passare al vaglio del consiglio regionale, prevede inoltre che il rilascio della licenza non sia subordinato alleffettivo possesso dei locali. Non sono previste inoltre distanze minime tra gli esercizi né ulteriori autorizzazioni per lampliamento dellattività.
«Abbiamo prestato particolare attenzione - ha detto lassessore regionale al Commercio Francesco De Angelis - alla formazione attraverso percorsi di aggiornamento degli operatori e dei loro dipendenti, alla tutela dei consumatori e alla pubblicità dei prezzi, con lobbligo di esposizione dei listini e la chiara indicazione di eventuali maggiorazioni».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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