Bar, scolate 4mila bottiglie alla settimana

Quando chiedi ad un ragazzo tra 18 e 26 anni di età qual è il rito preferito, quasi certamente ti risponderà un bevuta tra amici. Il rito dell’ora felice, happy hour, contagia ogni anno quasi sei milioni di giovani, in maggioranza studenti, che dedicano all’aperitivo alcolico una parte considerevole dei risparmi.
L’Italia si piazza al primo posto tra i consumi di alcolici dei giovanissimi, un triste primato che riporta attuale una questione aperta da sempre: vietare e limitare l’acquisto e il consumo di sostanze alcoliche ai minorenni. A Milano, dove l’happy hour è stato inventato, si consuma un triste primato: è la città che scola più bottiglie di alcolici. Si stima che in una settimana si consumino più di 4000 bottiglie di alcolici e superalcolici negli esercizi pubblici, si parla di bar e locali notturni naturalmente, i maggiori imputati.
Quello che stupisce è che la maggioranza degli avventori abbia un’età compresa tra i 18 e i 25 anni. La conferma di un trend arriva anche dai recenti studi: l’Osservatorio della Provincia e il rapporto del Ambrosianeum nel suo Rapporto sulla città, che rivela una generazione aggressiva, vittima di dipendenze, anche tecnologiche.
Un dato sensibile, cartina a tornasole che può aiutare a comprendere l’emergenza - già metabolizzata dalle istituzioni che ora hanno deciso di vietare il consumo si alcolici agli under 16 - è che i giovani per trovarsi, adesso, vanno al bar. Il consumo di alcolici tra i minori è un dato evidenziata da numerose statistiche e non è certo una novità. L’aggregazione è un punto focale nella vita di un adolescente e il consumo di alcol e droga va di pari passo.
«Una volta bere, ubriacarsi, era una trasgressione che ci si concedeva una volta a settimana - viene spiegato -. Era una sorta di condivisione di un rituale, come fumarsi le canne». Già, ora il rituale è scomparso per lasciare il posto ad una pericolosa consuetudine. Roberto, nome di fantasia, è il barman di un locale in corso Sempione frequentato da giovanissimi rampolli della Milano bene, ritrovo quotidiano e pre discoteca dove si carbura per la serata. Qui vengono consumati ettolitri di alcol, «soprattutto chupiti che a due euro a bicchierino si bevono come l’acqua», un rito pericoloso che alimenta dipendenze e psicosi come la guida in stato di ebbrezza.
«Sono soprattutto le ragazze a bere i chupiti», continua Roberto, i ragazzi preferiscono i cocktail, i più alcolici, miscele atroci come l'Invisibile e il Long Island». Si beve male, si mischia e si cerca lo sballo. «Si vantano a chi beve di più».

L'età media dei clienti? Molto bassa a quanto pare: «Ho visto anche 13enni chiedermi da bere». Ma senza carta d’identità non si beve, «da qualche tempo chiediamo sempre un documento. Prima si lasciava passare, ora hanno intensificato i controlli».

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