Per Barilla la Terra è la nostra casa. E il futuro del cibo parte da qui

Ecco le filiere sostenibili: il progetto dell'azienda di Parma aiuta 8.500 aziende a produrre nel rispetto dell'ambiente

Per Barilla la Terra è la nostra casa. E il futuro del cibo parte da qui
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Dal Mulino Bianco, alla bimbetta con le trecce che infila un fusillo crudo nella tasca della giacca del papà in partenza, al mitico quanto mai veritiero tormentone «dove c'è Barilla c'è casa». E poi ci sono stati il Pan di Stelle, i Tegolini, i sughi pronti, i Cereali... Da quando Pietro Barilla ha aperto il suo panificio, 148 anni fa (era il 1877), il suo intento è sempre stato quello di fare buon cibo.

Da allora, un sacco di strada è stata fatta, lastricata di prodotti di ogni sorta. Oggi quello stesso incrollabile principio del signor Pietro è diventato il modo di fare business dell'azienda (guidata dai fratelli Guido, Luca e Paolo), una realtà che ha ormai più di novemila persone che ci lavorano e che si basa su incrollabili guide identitarie: rispetto, valori e passione per la qualità. In Italia l'agricoltura è uno dei settori più trainanti e connotanti. E Barilla è una delle realtà italiane per eccellenza e di eccellenza. Perché per l'azienda emiliana la terra non è solo una superficie da coltivare, ma il punto di partenza di un modello alimentare e il cuore pulsante della propria filiera sostenibile.

In occasione della giornata della Terra Barilla ribadisce il suo impegno per un'agricoltura sempre più rispettosa e attenta all'elemento da cui inizia il futuro del cibo.

Oltre 8500 aziende agricole coinvolte, il 67% delle materie prime strategiche acquistate da filiere gestite responsabilmente e «disciplinari» rigorosi per garantire qualità e rispetto dell'ambiente. È questa la fotografia dell'impegno di Barilla che per mantenere una filiera di questo tipo adotta cinque «disciplinari» per la coltivazione sostenibile, sviluppati assieme a enti scientifici, Ong e comunità agricole. Sono strumenti che permettono all'azienda di coniugare la qualità produttiva, il rispetto per l'ambiente e il concreto sostegno agli agricoltori. Per esempio, nel 2020 è stato introdotto in Italia il Manifesto del Grano Duro: si tratta di un decalogo sulla coltivazione del grano duro sostenibile in 13 regioni del nostro Paese. Promuove la rotazione delle colture, l'impiego razionale dei fertilizzanti e dei prodotti fitosanitari e il miglioramento della fertilità del suolo.

Dal 2018, invece, in Italia è attiva la Carta del Mulino (sviluppata con Wwf Italia, Università di Bologna e Università della Tuscia) che si basa su dieci regole che mirano a tutelare le biodiversità (per esempio dedicando il 3% dei campi a fiori per gli impollinatori), a ridurre l'uso di sostanze chimiche e a sostenere il lavoro delle comunità agricole. Di contro, in Francia, la carta di Harrys definisce 40 pratiche agroecologiche per la coltivazione sostenibile del grano tenero e coinvolge 738 aziende virtuose che producono 120mila tonnellate di farina lungo tutta la filiera francese. La Carta del Basilico, poi, copre il 100% degli acquisti delle aromatiche piantine esclusivamente italiane destinate alla produzione del Pesto alla Genovese Barilla. Nel 2023 si è aggiunta anche la Wasa Charter, un documento che contiene sei regole fondamentali per gli agricoltori e per gli operatori della filiera della segale.

Oggi Barilla declina il suo impegno in un sacco di modi: a partire da Granoduro.net, una piattaforma che fornisce informazioni e allerte utili sul trattamento del grano duro, basandosi su parametri come le condizioni meteorologiche, i dati agronomici e le rivelazioni di campo. Grazie alle iniziative, nel 2023, Barilla ha sostenuto la produzione di oltre 390mila tonnellate di grano duro coltivate secondo pratiche agricole responsabili.

L'Accademia del Basilico (che ha preso il via da fine gennaio) supporta i coltivatori a preservare la sicurezza alimentare e a mitigare l'impatto sull'ambiente. Forma i coltivatori del basilico per il Pesto Barilla, e ha coinvolto 21 partner tra agricoltori e stakeholder.

Barilla e XFar Technologies hanno inoltre digitalizzato l'intera filiera del basilico, migliorando il calcolo delle emissioni, la tracciabilità e l'efficienza produttiva. Attivo dal 2023, il progetto coinvolge 25 aziende agricole su 310 ettari coltivati.

Mentre il progetto Bello e Buono (nato dalla collaborazione tra Barilla e Davines Group) promuove l'agricoltura sostenibile attraverso rotazioni colturali tra cereali e piante aromatiche.

Sperimentato su 10mila metri quadrati a Parma, il progetto punta a ripristinare la fertilità del suolo, ad aumentare la biodiversità e a creare un modello replicabile anche per altre filiere. Insomma la «Cura», a 360 gradi. Che parte dalla Terra (ben prima di oggi che è la sua giornata di celebrazione) e si irradia a tutti gli altri aspetti che la rendono la nostra Casa.

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