Roma - A cinque giorni dalla manifestazione la sinistra radicale ribadisce il suo secco "no" contro l'ampliamento della base Usa di Vicenza. In campo scende anche il governo che tenta una ricucitura in extremis. Il ministro della Difesa, Arturo Parisi, ha incontrato il presidente della Camera, Franco Bertinotti. Ma alcuni esponenti in vista della sinistra radicale non demordono come la senatrice di Rifondazione comunista Lidia Menapace che vorrebbe un corteo "pacifico e sfottente. Allegra, grande, e che faccia sentire ai cittadini di Vicenza tutta la solidarietà di cui hanno bisogno", dice l'esponente comunista. Il capogruppo dei Popolari-Udeur alla Camera, Mauro Fabris, vicentino, dice che "è arrivato il momento che sll'ampliamento della bse ci si esprima con cognizione di causa onde evitare di infiammare ulteriormente la situazione. Da capogruppo di un partito dell'Unione condivido il sì di Prodi - dice - da vicentino dico però che la caserma va fatta non dove indicato dal progetto americano, ma nell'area militare dello stesso aeroporto Dal Molin". Sempre Mauro Fabris trova poi "scandaloso" lo spazio che i media riservano al no global Luca Casarini. Mentre il responsabile nazionale del dipartimento ace di Prc, Alfio Nicotra, parla di "un fronte largo che si estende giorno dopo giorno: sabato prossimo ci sarà il popolo dell'Unione in una straordinaria manifestazione che si pone l'obiettivo di non costruire la nuova base Usa".
L'ambasciatore Usa «Siamo in democrazia, e la gente è
libera di esprimersi: spero che la manifestazione vada bene dal
punto di vista della sicurezza». L'ambasciatore degli Usa in
Italia, Ronald Spogli, parla così del corteo di sabato a Vicenza
contro il progetto di ampliamento della base Usa. Intanto però, l'ambasciata di Roma nel suo sito consiglia ai cittadini americani che si trovano in
Italia di non recarsi a Vicenza e e alla base militare dal
16 al 18 febbraio «per evitare di diventare occasione di
bersaglio per i manifestanti antiamericani».
L'ambasciata sollecita inoltre i concittadini a «monitorare
i media locali» sulla prevista manifestazione di sabato.
L'Udeur: "Cento si dimetta" «Il sottosegretario all'Economia, Paolo Cento, dovrebbe dimettersi». Così il capogruppo dei Popolari-Udeur alla Camera, Mauro Fabris, commenta, in un'intervista che sarà pubblicata domani dal quotidiano del partito Il Campanile l'adesione dell'esponente dei Verdi alla manifestazione contro l'ampliamento della base Usa di Vicenza. «Cento - prosegue il capogruppo Udeur a Montecitorio . dovrebbe scegliere se stare in piazza o al governo. Come cittadino è libero di protestare, ma - precisa Fabris - come esponente dell'esecutivo dovrebbe avere la coerenza e il buongusto di non contraddire le indicazioni del premier Romano Prodi». Entrando nel merito della questione, Fabris è convinto che «una soluzione sia possibile, cioè spostando la caserma nell'area militare dell'aeroporto Dal Molin, anzichè in quella civile come prevede il progetto statunitense».
La sinistra Ds sfilerà contro il governo Anche la Quercia si spacca frontalmente: la Sinistra Ds aderisce alla manifestazione anti Usa. In piazza scenderanno il senatore Ds Cesare Salvi, e le deputate Gloria Buffo e Lalla Trupia, che si è autosospesa dal partito in protesta contro la decisione del governo. «Manifestiamo - afferma Salvi - contro una decisione del governo affinchè sia ascoltata la popolazione locale e sia fatta chiarezza con gli Usa sulle finalità della base».
An: "Disinformazione" «Lucia Annunziata è riuscita a dirottare le linee politiche dell'Ulivo con la complicità dei no-global, trasformando in uno spot pubblicitario la trasmissione Mezz'ora. Lo dice la vicepresidente della Camera, Giorgia Meloni di An. «Il risultato - aggiunge - è stato quello di una sistematica disinformazione, secondo cui gli elettori di sinistra e tutti gli altri hanno avuto l'impressione che la posizione ufficiale del centrosinistra sull'ampliamento della Base Usa di Vicenza fosse univocamente contraria.
In realtà non è così - conclude - abbiamo assistito ad uno spot pubblicitario gratuito di Casarini e compagni, di fatto pagato dai contribuenti, che stravolge la verità e conferma la naturale vocazione di Rai Tre a televisione di lotta e di Governo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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