Basilea riscrive le regole: dal 2012 stretta su bonus e dividendi

Banche più solide e capitalizzate: è l’obiettivo delle nuove regole per affrontare il post-crisi proposte ieri dal Comitato di Basilea, insieme a una stretta per i bonus e i dividendi. I nuovi standard, su cui stanno lavorando da mesi le grandi istituzioni mondiali, dovrebbero scattare nel 2012. In prospettiva, le banche dovranno accantonare maggiori utili o raccogliere capitale come misura preventiva per i momenti di difficoltà. Introdurre le nuove regole nel 2012 «è coerente con le comunicazioni del G20», ha detto il segretario generale del Comitato Stefan Walter. Ora uno studio valuterà l’impatto del nuovo quadro così da giungere alla versione definitiva entro fine anno.
Le norme entreranno in vigore progressivamente, solo quando le condizioni finanziarie saranno «migliorate» e la ripresa «saldamente consolidata», precisa Bankitalia sottolineando che le proposte di Basilea sono solo «il punto di partenza». Inoltre, «l’adeguamento ai nuovi standard sarà realizzato senza pregiudicare il necessario sostegno finanziario dell’attività economica». Il presidente dell’Abi, Corrado Faissola, ha auspicato che si tenga conto «della maggiore forza intrinseca» delle banche italiane. Ma superata la peggior crisi dopo quella del 1929 e il G20 di Pittsburgh, fra le pieghe dei documenti si scorgono novità sostanziali su patrimonio, liquidità e gestione dei rischi degli istituti di credito. Nel mirino di Basilea c’è l’attività di trading e il credito facile degli anni passati. In cui rientra un appello che sposa le parole del presidente della Bce Jean-Claude Trichet: occorre porre un limite alla distribuzione di dividendi e al pagamento di bonus da parte delle banche che hanno avuto una gestione «allegra» intaccando il capitale.

Regole più severe anche per la contabilizzazione degli asset strategici e per contenere i rischi legati alla compravendita di titoli o di derivati. In particolare, la parte predominante del Tier 1 dovrebbe considerare solo azioni ordinarie e utili non distribuiti, limitando il peso degli strumenti di debito e di quelli «ibridi».

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