Bassa Valbisagno Via al «piano acustico»

È guerra sulle fermate dell'autobus in Bassa Val Bisagno a Genova. La questione è stata sollevata in consiglio di Municipio con una mozione del Pdl contenente una proposta per il ripristino della fermata di via Amarena 1 nella posizione originaria, sostituita solo pochi mesi fa con un nuovo «scalo» per agevolare gli studenti della vicina scuola Contubernio-D'Albertis. «L'istituto ci aveva chiesto di costruire un marciapiede - spiega l'assessore municipale Laura Miserocchi, del Pd - ma non è stato possibile per mancanza di spazio: per farlo si sarebbero dovuti tagliare una trentina di posti auto, con conseguente sollevazione popolare». La soluzione patteggiata dal municipio era stata lo spostamento della fermata proprio davanti al cancello secondario della scuola, per ridurre il percorso degli studenti in un tratto di strada senza corridoio pedonale. Tuttavia il problema resta irrisolto: gli alunni continuano ad arrivare a scuola accompagnati dai genitori in macchina, il traffico resta e, in più gli anziani della zona, che prima usavano il bus per raggiungere la bocciofila, ora si trovano a dover percorrere un tratto a piedi senza protezioni. La mozione, presentata con una raccolta di firme, è stata approvata all'unanimità, con l'auspicio di segnalare il disagio causato dal ritardo di Aster. Parere favorevole in assemblea anche sull'approvazione del Piano di Risanamento acustico del Comune, approvato con 17 voti favorevoli e 2 astenuti, e consenso unanime anche sulla la mozione riguardante l'installazione di alcune colonnine per l'alimentazione dei veicoli elettrici, presentata da Carla Boccazzi, consigliere del Pdl. «Vogliamo con questo incentivare l'utilizzo di mezzi privati più ecologici e chiedere a Tursi di implementare anche la presenza sul territorio di rifornitori per auto a gpl e metano, che a Genova mancano completamente».

«L'auspicio - sottolinea il presidente del Municipio Mirko Massardo, del Pd - era quello di estendere al quartiere progetti ecologici del comune come il Mo.bi ma la nostra proposta non è stata neppure ascoltata. Visto che ora sono i privati a scegliere i mezzi "puliti" almeno incentiviamo la presenza di distributori sul territorio».

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