«Basta aree protette, fanno solo salire i costi»

da Milano

«La Confindustria è assolutamente in linea con l’Antitrust di Antonio Catricalà, ha stima e apprezzamento per il suo lavoro». Emma Marcegaglia, vicepresidente di Confindustria con delega alla politica industriale, tiene a dare «un respiro più ampio» al tema specifico delle professioni, ricordando che ogni processo di liberalizzazione è utile per dare slancio e crescita all’economia. «Ci sono troppe aree protette, troppi privilegi mentre un’altra parte del Paese, costituita dalle aziende, compete a livello globale ed è esposta alla concorrenza».
A quali privilegi si riferisce?
«Le professioni, certo, ma anche servizi pubblici locali, utilities, farmacie... Scaricano costi superiori a quelli medi europei sulle industrie, sui lavoratori e sui consumatori».
È un tema caro a Confindustria
«È una delle prossime battaglie che avvieremo. Oltretutto è a costo zero per il bilancio statale!».
L’Antitrust insiste per una riforma delle professioni tentata da vari governi.
«Sì, e questo conferma come ci si trovi di fronte a lobby molto forti. Non parlo solo delle professioni: ma mettere ordine già in una delle aree sarebbe giù un risultato».
In che termini?
«In termini di liberalizzazione, appunto, da realizzare con la dovuta gradualità e intelligenza».
Come giudica i temi sollevati dall’Antitrust?
«Concordo. Non ha senso che ci siano tariffe minime, gli ordini non devono costituire delle barriere d’ingresso, è assurdo che ci sia divieto di pubblicità. Quanto alle società, anche il Tesoro, quando si rivolge a grandi studi internazionali, si rivolge a società di professionisti. Troppe norme regolamentari, troppi atti obbligatori...: sono costi enormi».
Ci fa qualche esempio?
«Se devo accendere un mutuo o accedere a un finanziamento, è richiesto un atto notarile. Il notaio è necessario per molti atti societari e deve essere presente nell’assemblea delle spa. Ho fatto pratiche in Svizzera a costi irrisori rispetto a quelli che sarebbero stati richiesti in Italia.

Le norme rendono indispensabili adempimenti di cui si potrebbe fare a meno».
Questo vale anche in altri settori...
«Se ci fosse concorrenza nei servizi locali - penso all’acqua, per esempio, o alla raccolta rifiuti - quanti benefici ricadrebbero sui cittadini!».

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