«Basta liti, ora torniamo a fare autostrade»

L’obbiettivo è passare dai progetti alle opere. Scettico Dapei (Fi): «Dimenticano che nella maggioranza di Penati c’è chi si batte contro le nuove infrastrutture»

«Basta liti, ora torniamo a fare autostrade»

Gianandrea Zagato

Stop alle liti, torniamo a fare autostrade. Messaggio di chi non vuole essere ricordato come i suoi predecessori, «spero di non essere anch’io un presidente volatile». Augurio che Giampio Bracchi formula a se stesso, dieci minuti dopo essere diventato il numero uno di Serravalle. Auspicio per il bene della società: «Che d’ora in poi si parli di Serravalle per quello che fa e non per quello che è». Virgolettato di chi ha come obiettivo il recupero del tempo perso: «Bisogna che Serravalle ritorni ad essere un’impresa efficiente, efficace nella sua mission e rapida nello svolgere i suoi compiti oltreché ben gestita e trasparente, avendo un azionariato di tipo pubblico».
Applausi dei soci (nominato il cda, con quattro nuovi ingressi e la Provincia che ha dodici consiglieri rispetto agli otto precedenti mentre il Comune passa da cinque a uno) che, con la sola astensione del Comune, l’hanno designato presidente. È a loro che Bracchi ricorda di «aver accettato non tanto per il rilievo quanto per il ruolo di questa società per i cittadini della Lombardia e per questo ritengo essenziale la collaborazione delle istituzioni coinvolte». Come dire: servono in tempi brevi le nuove infrastrutture che anni attendiamo e soprattutto vanno realizzate subito quelle su cui c’è ampia condivisione. E per passare dai progetti alle opere, Bracchi, fa sapere che «oltre a ricercare la coesione di tutte le istituzioni coinvolte» c’è bisogno «pure l’intervento del mercato».
Unica condizione perché Serravalle finisca «nelle cronache economiche dei giornali» non « per raccontare lo scontro tra le Istituzioni dopo la decisione della Provincia di violare prima e rompere poi quel patto di sindacato siglato con il Comune. Rottura che ha portato Palazzo Isimbardi a divenire azionista di maggioranza della società «non per vincere la classifica dei gestori di autostrade ma per stare all’interno del sistema di ammodernamento delle infrastrutture e della viabilità della Grande Milano» dice Filippo Penati. Valutazione che all’inquilino di Palazzo Isimbardi costa 238 milioni di euro ottenuti da Banca Intesa in cambio delle azioni della Serravalle date in pegno. Versione edulcorata, quella del presidente della Provincia: infatti, dimentica che nella sua maggioranza «c’è chi si batte contro gli investimenti infrastrutturali sul territorio» chiosa Bruno Dapei, capogruppo provinciale di Forza Italia. «Se Bracchi lavora per far realizzare le nuove autostrade di cui ha bisogno la Grande Milano, be’ ha la nostra collaborazione» aggiunge quindi Forza Italia, «visto che manca quella dei Verdi e Comunisti».


Analisi che Manfredi Palmeri, capogruppo comunale di Forza Italia, condisce con l’osservazione «dei progetti cancellati dal piano finanziario di Serravalle presentato all’Anas dallo stesso Penati che oggi sostiene di volerli». Visione double-face della realtà politica che, dicono da Serravalle, non spaventa il neo-presidente, «altrimenti non sarò un presidente on the road ma anch’io, come gli altri, un presidente volatile».

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