Gianandrea Zagato
Gabriele Albertini accusa Filippo Penati di aver obbedito ai Ds sulla Serravalle comprando una quota dal costruttore Marcellino Gavio che, poi, ha utilizzato una «quota significativa della plusvalenza ottenuta per favorire la scalata dellUnipol alla Bnl». Operazione con «denaro pubblico che porta vantaggio a un privato che poi aiuta a sua volta quella parte politica che ha comprato dal privato per il controllo di una banca». Intreccio che per il sindaco di Milano «potrebbe far dire qualcosa anche alla magistratura penale».
Ma a reclamare lintervento della Procura è anche il presidente della Provincia: «O ci va lui o ci vado io. È inamissibile, inaccettabile che il primo cittadino del capoluogo lombardo continui a lanciare messaggi intimidatori, omertosi e dal vago sapore mafioso. Sono uscite di un pubblico ufficiale che se a conoscenza di fatti criminosi non può non rivolgersi allautorità giudiziaria. E, lo ripeto, se alla Procura non ci va il sindaco, be non mi resta che andarci io per reclamare lesibizione dei documenti, delle presunte prove di questoperazione di cui non so davvero nulla».
Presidente Penati, non crede di esagerare definendo le accuse sostenute da Albertini come «messaggi intimidatori, omertosi e dal vago sapore mafioso»?
«Anche uno stolto comprende i fini propagandistici dellazione di Albertini che allindomani delloperazione Serravalle, se non daccordo, aveva uno strumento per intervenire nel merito: il sequestro cautelativo delle azioni. Modo concreto per fare chiarezza se cerano dubbi. Ma il sindaco non lha utilizzato. Qualcuno lha sconsigliato di seguire questa procedura che, evidentemente, avrebbe impedito sul nascere ogni sua possibile futura speculazione oltreché caduta di stile vertiginosa».
Difficile sostenere però questa valutazione anche per Bruno Tabacci: infatti, Albertini ha fatto proprie le parole pronunciate dal presidente della commissione Attività produttive della Camera...
«...non commento virgolettati che non ho sentito o letto. E, comunque, Albertini non è nuovo a queste accuse. Che, adesso, accompagna anche dalla richiesta di risarcimento danni per 92 milioni di euro adducendo prezzi per azione gonfiati allinsù e sgonfiati allingiù. Davvero singolare per un imprenditore. Ma posso fare un passo indietro?»
Prego.
«Albertini non dice la verità. Si dimentica di rivelare che tra marzo e aprile di questanno voleva vendere il pacchetto Serravalle in mano al Comune. E preferisce cassare un altro dettaglio: la trattativa con Gavio era di dominio pubblico tanto che il rappresentante del socio privato aveva dichiarato la disponibilità a vendere nel corso di un consiglio damministrazione della società. Per rinfrescare la memoria ricordo poi che il patto di sindacato tra Comune e Provincia vietava di vendere ad altri e non vietava dacquistare da altri».
Signor Presidente, le ricordo che sulla scelta della sua giunta di acquistare da Gavio pende il ricorso presentato da Forza Italia, An e Udc che sostengono «lillegittimità delloperazione assunta senza aver consultato il consiglio provinciale».
«Ricorso dei capigruppo in Provincia che la Lega non ha firmato».
Scelta politica tra accordi e sospetti denunciati da Albertini, come la nomina nel cda della Serravalle di Giovanna Senesi, già senatrice Pci, compagna di Aldo Piccinini, un tempo presidente delle coop reggiane e presidente di una società del gruppo Gavio.
«Scusi, davvero divertente ma che significa? Che centra? Al di là del cattivo gusto del sindaco di tirare in ballo un morto (Piccinini, ndr) non trovo alcuna relazione, diciamo, anomala. Albertini non ebbe alcuna obiezione quando sostenne la nomina nel cda della Serravalle di Giulio Burchi, presidente della Mm. Come mai? Eppure, Burchi era ed è tuttora presidente anche dellautostrada della Cisa che, sorpresa, è controllata al 95 per cento da Gavio. Strano, davvero strano».
Evidente che in questa guerra totale...
«Alt! Non ho dichiarato guerra a nessuno: è Albertini a essersi messo divisa ed elmetto come fosse George Bush. Lui ha una guerra unilaterale, io faccio Resistenza».
Non lha fatta però davanti a Gavio, quando ha acquistato quel 15 per cento che ha portato la Provincia a salire a quota 52,7 per cento nella Serravalle.
«Nessun sperpero di denaro pubblico. La Serravalle è una società che agisce nellinteresse collettivo per lo sviluppo delle nuove infrastrutture viabilistiche che riguardano larea milanese e lombarda.
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