«Basta con questa sinistra che fa troppi sconti ai rom»

Il responsabile per l’immigrazione dei Ds bacchetta i compagni. «Non dobbiamo giustificare ogni loro azione con la diversità culturale»

«Sulla vicenda rom, non ne può più del buonismo. Non paga, è sempre giustificazionista e i danni che provoca sono a carico dei più deboli». Virgolettato che Ettore Martinelli, consigliere comunale e responsabile settore immigrazione Ds, completa con un appello alla sinistra radicale: «La sinistra vince se scommette sulla legalità e non certo sbandierando quel buonismo che, diciamolo apertamente, serve solamente a ripulire la coscienza di alcuni».
Sa, Martinelli, che per spedire quest’appello deve spendere un capitale di euro in affrancature...
«Ne vale la pena. Chi sostiene che i rom non sono tutti delinquenti, be’ si dimentica di ammettere così implicitamente che non sono tutti onesti. I risultati di un approccio buonista alla questione nomadi sono sotto gli occhi di tutti e il costo lo pagano soggetti altrettanto bisognosi».
Come dire: bisogna declinare solidarietà e legalità, ma senza fare sconti.
«Premessa: Milano è una città civile, dove si affronta un’emergenza che tocca, dati della prefettura, un esercito di cinquemila persone spalmate in un’ottantina di favelas. Cinquemila persone tra cui diverse centinaia di bambini e adulti disabili sfruttati da ignobili individui della stessa etnia, be’ questo è insopportabile: porte chiuse a chi, spesso con l’accattonaggio selvaggio, calpesta la dignità delle persone».
Ma c’è chi sostiene trattarsi di questione «culturale»...
«Follia, autentica follia. Sostenere che questo sfruttamento di minori e disabili ai semafori sia il frutto di una tradizione culturale del popolo rom è, eufemismo, vergognoso. Comunque è impensabile che la Milano civile possa accettare questa cultura. Anzi, i rom ospiti della nostra città debbono mettere nero su bianco che loro non applicano questa sopraffazione».
Aggiunta al patto di legalità con i milanesi già siglato nei giorni scorsi dalla pattuglia di rom - ospitati in quel di Opera - con don Virginio Colmegna e con il Comune e la Provincia di Milano.
«Patto che va firmato pure da quelli presenti sul territorio di Milano, con un’avvertenza: anche i rom debbono mettersi in fila come tutti. Mi spiego: sono d’accordo con il prefetto Gian Valerio Lombardi quando parla di “passaggi fatti con gradualità” nell’inserimento di rom nelle case popolari. Ma, attenzione, esiste un’emergenza casa e sarebbe quindi impensabile che ci fossero dei privilegi nell’ingresso dei rom e che, soprattutto, non fosse impedito l’accesso a chi vive nell’illegalità».
Reclama più garantismo?
«Ricordo che i requisiti nell’assegnazione vanno fatti rispettare e deroghe non sono ammesse. Credo pure che le forze di polizia nazionali e locali debbano intervenire senza andare troppo per il sottile con chi sfrutta i propri connazionali.

Con la compassione non si risolve niente e nemmeno con la pietas che stringe il cuore dei milanesi davanti a bambini di 5-6 anni costretti a elemosinare da adulti spregevoli. Anche su questo si gioca la scommessa della sinistra, sulla legalità. Tutto il resto è noia».

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