Aumentano ancora in Germania le vittime del batterio killer E. Coli che per la prima volta colpisce mortalmente anche fuori dai confini tedeschi portando il bilancio complessivo a 16 decessi (tra confermati e presunti). Una donna è deceduta in Svezia e, mentre si registrano i primi presunti casi in Spagna e nella Repubblica Ceca, le autorità sanitarie di Amburgo (Nord) cominciano a dubitare che l’infezione sia stata provocata dal consumo di cetrioli contaminati importati dalla Spagna. Le autorità sanitarie europee non sono ancora riuscite a determinare con esattezza la «fonte della contaminazione» del batterio E.Coli ma - secondo i risultati dei primi test eseguiti ad Amburgo - i patogeni individuati sui alcuni dei cetrioli incriminati non corrispondono a quelli rilevati nelle feci di alcuni pazienti (appartenenti al sierogruppo E. Coli Vtec O104). In attesa dei risultati definitivi, anche il ministro della Sanità di Amburgo, Cornelia Pruefer-Storcks - come ha fatto oggi la Commissione Ue - ha detto che «la fonte (dell’infezione) non è stata ancora identificata».
Ma il tempo stringe. Mentre è emerso il primo possibile caso in Spagna, dove un uomo di 40 anni da poco rientrato da un viaggio in Germania è stato ricoverato a San Sebastian, vicino al confine francese. Alla lista dei nuovi paesi colpiti, si è aggiunta anche la Repubblica Ceca, dove una turista americana che era stata di recente anche in Germania è stata ricoverata a causa di una di diarrea sanguinosa, uno dei sintomi di questa malattia. In questo caso, i test hanno confermato l’infezione.
Per il momento, l’epidemia non ha colpito l’Italia, ma secondo il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, «non si può escludere che la variante dell’Escherichia Coli, ora diffusa in Germania, possa arrivare» nel nostro paese. Tuttavia, ha aggiunto, «si può escludere la trasmissione dell’infezione adottando e mantenendo regole di igiene, come quella di lavare accuratamente le mani, la frutta e la verdura». Nonostante le rassicurazioni delle autorità, i consumi di frutta e verdura sono in forte calo in Europa e già la Spagna ha indicato che chiederà al Consiglio informale dei ministri dell’Agricoltura dell’Ue - riunito a Debrecen (Ungheria - misure straordinarie e urgenti per tutti i produttori europei di ortofrutticoli fortemente penalizzati dalla crisi sotto il profilo economico.
Da parte sua, la Confederazione italiana agricoltori (Cia), fortemente preoccupata per l’evoluzione dell’epidemia, ha sottolineato che l’Ue deve «fare subito chiarezza» sulla situazione «proprio per scongiurare il pericolo che allarmismi ingiustificati possano determinare un crollo nei consumi di verdure e ortaggi freschi, con gravi danni per i produttori agricoli».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.