Roma - Sono allo studio e stanno per essere assunte una serie di iniziative con la "predisposizione di tutti i ricorsi possibili" dai parte dei ministri della Giustizia e degli Esteri, compreso un "intervento presso la Corte suprema brasiliana" per chiedere l’estradizione di Cesare Battisti. Al question time della Camera il ministro per i Rapporti con il parlamento, Elio Vito, fa sapere che il governo non si arrenderà davanti alla decisione del Brasile di concedere all'ex terrorista lo status di "rifugiato politico".
La minaccia di Palazzo Chigi Il governo, ha ricordato Vito, ha già compiuto "numerosi passi ai più alti livelli", non appena pervenuta la notizia della concessione dello status di rifugiato politico a Cesare Battisti, e auspica che siano "create le condizioni" per "rivedere" le decisioni prese dal governo brasiliano. L’esecutivo, ha aggiunto il ministro per i Rapporti con il parlamento rispondendo a un’interrogazione dell’Italia dei Valori, "condivide lo stupore e il profondo rammarico" espresso dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo la mancata estradizione di Battisti all’Italia. "Non appena pervenuta la notizia - ha fatto sapere Vito - il governo ha convocato l’ambasciatore brasiliano e ha sottolineato a nome del premier il rammarico e la sorpresa del governo per una decisione inattesa da parte di un governo tradizionalmente amico verso un cittadino la cui responsabilità è stata riconosciuta in diverse sedi".
La minaccia della Farnesina Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in relazione alla vicenda di Battisti, sta "valutando
l’opportunità di richiamare a Roma per consultazioni l’ambasciatore d’Italia in Brasile, Michele Valensise". Lo rende noto la Farnesina. Si tratta del massimo "sgarbo" istituzionale in materia di rapporti diplomatici tra Paesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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