"Umiliante". Il declino inarrestabile del principe Andrea

Andrea non è più duca di York, ma gli scandali in cui è stato coinvolto potrebbero pesare a lungo sulla royal family

"Umiliante". Il declino inarrestabile del principe Andrea

Il principe Andrea ha rinunciato ai suoi titoli nobiliari. Dopo anni di scandali il declino dell’ex duca è ormai totale. Guardando i recenti sondaggi la sua scelta è stata addirittura acclamata dai cittadini britannici. L’allontanamento di Andrea dalla scena pubblica e dagli impegni reali è stato un passo doveroso per evitare che l’intera royal family venisse trascinata nel fango con lui. Ora la rinuncia al titolo appare come una specie di sigillo su questa parabola discendente, la parola fine su una storia ignominiosa e non ancora davvero conclusa. Sono ancora tante, infatti, le domande che i media si pongono sugli scandali di Andrea e che rischiano di lasciare per sempre un’ombra sulla Corona.

La rinuncia del principe

“Dopo una discussione con il Re e tutta la mia famiglia abbiamo concluso che le continue accuse contro di me distolgono l’attenzione dal lavoro di Sua Maestà e della royal family”, ha esordito il principe Andrea in una dichiarazione a sorpresa dello scorso 17 ottobre, riportata dalla Bbc. “Ho deciso, come ho sempre fatto, di mettere al primo posto il mio dovere nei confronti della mia famiglia e del mio Paese. Mantengo la mia decisione di cinque anni fa di ritirarmi dalla vita pubblica. Con il consenso di Sua Maestà ora sentiamo che devo fare un ulteriore passo avanti. Quindi non userò più il mio titolo, né gli onori che mi sono stati conferiti. Come ho detto in precedenza, rifiuto con forza le accuse contro di me”.

I titoli di Andrea

Il principe ha rinunciato al titolo di duca di York, ottenuto da Elisabetta II nel 1986, all’onorificenza dell’Order of the Garter, ricevuta nel 2006 e a quella del Royal Victorian Order, conferitagli nel 2011. Stando alle indiscrezioni la “discussione” di cui ha parlato Andrea nel suo annuncio sarebbe avvenuta non solo con Re Carlo III, ma anche con il principe William, stanchi di dover subire l’onta causata dalle accuse mosse contro l’ex duca. Così l’ultimo atto dello scandalo Epstein (o quello che speriamo sia l’ultimo atto) si è concluso con l’eclissi totale del principe Andrea dalla vita royal.

Cosa vuol dire?

C’è un particolare, però, che fa tutta la differenza: come giustamente ha fatto notare il Guardian la rinuncia ai titoli è stata, almeno apparentemente, da un punto di vista formale, volontaria. Non è stato Re Carlo a privare il fratello del suo status attraverso il Parlamento. È un particolare molto importante, perché consente all’ex duca di salvare la faccia, diciamo così (o, per meglio dire, salvare il salvabile), dichiarando di aver agito nell’interesse della Corona. Infatti nel suo annuncio Andrea ha scritto: “Ho deciso, come ho sempre fatto, di mettere al primo posto il mio dovere nei confronti della mia famiglia e del mio Paese”. In più in questo modo Andrea continua a possedere di fatto il ducato, i titoli di conte di Inverness e barone di Killyleagh e le onorificenze come quella dell’Ordine della Giarrettiera. In altre parole, come ha precisato il Guardian, tutti questi titoli “diventano inattivi”, o “dormienti”, per usare una traduzione un po’ più poetica. In teoria Andrea rimane anche Consigliere di Stato, ma “in pratica il Palazzo ha chiarito che non gli sarà richiesto di ricoprire questo ruolo”, ha scritto ancora il quotidiano britannico.

Una tragedia annunciata

Il tramonto dell’astro di Andrea è stato lento e doloroso. Il principe si ritirò dai doveri reali nel novembre 2019, come ha ricordato ancora il Guardian. Un passo indietro avvenuto subito dopo la desolante intervista registrata nella Blue Drawing Room di Buckingham Palace e mandata in onda da Newsnight, programma della Bbc, il 17 novembre di quell’anno. Il 13 gennaio 2022, poi, la regina Elisabetta lo privò dei gradi militari, dei patronati e gli proibì di usare il trattamento di altezza reale. La rinuncia al titolo di duca di York è arrivata dopo le nuove rivelazioni del Sun e del Mail On Sunday sulle email che Andrea ed Epstein si sarebbero scambiati all’inizio del 2011, sebbene nell’intervista alla Bbc il principe avesse assicurato di aver troncato l’amicizia con il miliardario nel dicembre 2010. Il colpo di grazia, però, è arrivato con il memoir postumo di Virginia Giuffre, “Nobody’s Girl. A Memoir of Surviving Abuse and Fighting for Justice”, pubblicato il 21 ottobre 2025, che tratteggia un’immagine moralmente deplorevole e spregiudicata del figlio della regina Elisabetta.

Il destino di Sarah, Beatrice ed Eugenia

La decisione di Andrea, ha spiegato, la Bbc, non avrà ripercussioni sulle principesse Eugenia e Beatrice. Le due non avrebbero comunque potuto ereditare il titolo di duchesse di York, che si tramanda, secondo la regola, solo in linea maschile. Tuttavia sia Andrea, sia le sue figlie terranno il titolo, rispettivamente, di principe e di principesse. Questo status non subirà alcun cambiamento, poiché i tre sono principi del sangue, cioè dalla nascita. Neppure la linea di successione al trono verrà modificata: Andrea rimane all’ottavo posto, Beatrice al nono ed Eugenia al dodicesimo. Eugenia e Beatrice conserveranno anche il trattamento di altezze reali. Infatti Carlo III, ha rivelato il Times, avrebbe “chiarito” in maniera inequivocabile che il rango delle sue nipoti deve essere “preservato”. Per questo le principesse continueranno a essere conosciute come “le sorelle York”, nonostante la rinuncia del padre. Diverso è il caso dell’ex moglie di Andrea che ha mantenuto il suo status anche dopo il divorzio, nel 1996 e ora, ha affermato la Bbc, “ha perso il titolo di duchessa e sarà conosciuta semplicemente come Sarah Ferguson”.

Modifiche “online”

Sarah Ferguson ha cambiato il nome del suo account X, che prima era “SarahTheDuchess” in “sarahMFergie15”, ha specificato il Daily Mail. Il cambiamento di status di Andrea è stato registrato sul sito della royal family, dove compare soltanto come “principe Andrea”.

Niente Gala per le principesse

Ha fatto rumore l’assenza delle principesse Beatrice ed Eugenia, riportata dal Daily Mail, al Pink Ball del London’s Met Gala, organizzato al British Museum lo scorso 18 ottobre. Non è stato specificato il motivo del forfait, ma l’evento si è tenuto solo ventiquattr’ore dopo l’annuncio di Andrea: possiamo ipotizzare, quindi, che le principesse abbiano preferito tenersi lontane dall’obiettivo dei fotografi, scegliendo un basso profilo per rispetto verso il loro padre, verso la royal family e per il momento difficile che gli York stanno attraversando.

Cosa ne pensano i britannici?

Secondo i nuovi sondaggi di YouGov il principe Andrea ha ottenuto una percentuale di disapprovazione popolare pari al 73%. Non basta. Lo scorso 21 ottobre sempre YouGov ha presentato al pubblico la domanda: “Siete d’accordo o meno sulla [possibilità] che al principe Andrea…venga tolto il ducato?”. Il 63% degli intervistati ha risposto “fermamente d’accordo”, il 17% è, invece, “abbastanza d’accordo”. Il 4% esprime un “tiepido disaccordo” e solo il 2% un “fermo disaccordo”.

L’attacco degli antimonarchici

“Troppo poco, troppo tardi”. Così il gruppo antimonarchico "Republic", menzionato dal Guardian, ha commentato la rinuncia ai titoli del principe, specificando con forza: “Andrea rimane accusato di reati sessuali e abuso d’ufficio. Gli dovrebbero essere tolti tutti i titoli e il rango della marina militare". Il riferimento è al rango onorario di Viceammiraglio che l'ex duca ricevette nel 2015, al compimento dei cinquantacinque anni, come specificato dalla Bbc. "Republic" ha concluso: "Il fatto di non usare sciocchi titoli medievali non è una punizione adeguata ai reati”.

Affitto non pagato?

Sembra che il principe Andrea continuerà a vivere al Royal Lodge nonostante il gossip riguardante lo sfratto intimato, pare da Carlo III, la rinuncia allo status e il suo passato controverso che ciclicamente riemerge. Privare Andrea della sfarzosa dimora da trenta stanze non sarà facile: come ha ricordato il Mirror l’ex duca ha firmato un contratto di locazione per 75 anni (fino al 2078) con il Crown Estate, pagando un milione di sterline al momento della firma. Come spiegato dal Times, da ben ventidue anni il principe non pagherebbe l’affitto. O meglio, sborserebbe “una cifra simbolica”, irrisoria all’anno, ma solo “se richiesto”.

La questione Royal Lodge

Ci sarebbe una ragione per questi mancati pagamenti: le clausole del contratto di locazione avrebbero stabilito dei pagamenti forfettari per la ristrutturazione della proprietà (che aveva visto tempi migliori quando Andrea vi andò ad abitare) in cambio dell’affitto simbolico. Così il principe avrebbe sborsato circa 8 milioni di sterline tra riparazioni (7,5 milioni di sterline nel 2005), riscatto dell’affitto futuro (2,5 milioni) e contratto di locazione (il già citato milione di sterline). Impossibile sapere dove il fratello del Re avrebbe preso i fondi per pagare queste spese. Tuttavia se dovesse essere costretto ad andarsene, o rinunciasse volontariamente alla casa, il Crown Estate dovrebbe restituirgli una “somma compensatoria”, come previsto proprio dal contratto, ovvero circa 186mila sterline per ogni anno fino al raggiungimento del 25° anno dalla stipula dell’accordo, ovvero fino al 2028.

Perché proprio ora?

Perché Andrea ha rinunciato ai titoli proprio adesso? Questa è la domanda che compare più spesso sui media in questi giorni. Le ragioni sono molte e variano nel passaggio dal regno di Elisabetta II a quello di Carlo III. Infatti potremmo anche chiederci perché questa rinuncia non sia arrivata prima, quando la sovrana era ancora viva. Una fonte ha rivelato al Times che neppure nel 2019 la regina Elisabetta sarebbe riuscita a “costringersi” a rimuovere i titoli del figlio attraverso il Parlamento, né a consigliargli caldamente la rinuncia. “È molto difficile per una madre umiliare suo figlio, per un fratello è più facile farlo. È una storia vecchia come il mondo”. L’insider ha centrato la questione: la parola “umiliazione” torna con una certa frequenza sui media britannici in relazione alla scelta dell'ex duca, perché una delle conseguenze principali della sua decisione è proprio questa: la vergogna, la mortificazione pubblica. Carlo III, poi, vuole voltare pagina, desiderio condiviso con il principe William, il quale certo non ha intenzione né di ereditare una monarchia offuscata dagli scandali, né di far gravare sul suo futuro regno l’ingombrante, controversa presenza del principe Andrea.

L’incontro con il Papa

Quale migliore occasione di ricominciare della visita di Carlo III e della regina Camilla in Vaticano? La coppia è arrivata a Roma la sera del 22 ottobre con un obiettivo preciso: scrivere la Storia. Il 23 ottobre 2025 il Re e Papa Leone XIV hanno pregato insieme nella Cappella Sistina. Un evento dal grande valore religioso ed ecumenico. Carlo, infatti, è il primo monarca e Capo della Chiesa Anglicana a pregare accanto a un Pontefice dalla Riforma anglicana voluta da Enrico VIII nel 1534.

Inoltre Re Carlo è il primo Capo della Chiesa Anglicana a cui è stato conferito il titolo di “Royal Confrater”, evento avvenuto nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. Per nulla al mondo Sua Maestà avrebbe permesso al fratello di oscurare una giornata simile. Anzi, quasi sicuramente è deciso a non permettere più che ciò accada.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica