Baveno rende omaggio a Umberto Giordano

Oggi vengono eseguiti i Quartetti per archi del grande musicista: una lunga esplorazione dell’anima

Piera Anna Franini

Un festival plasmato sui modi e i tempi di un melodramma, diviso quindi in atti e quadri raccordati da intermezzi. Un chiaro omaggio a un compositore chiave della storia del melodramma di secondo Ottocento: Umberto Giordano.
Che nacque a Foggia, studiò a Napoli, visse a Milano in via Durini (era convolato a nozze con la figlia del proprietario del Grand Hotel et de Milan) e riservò frequenti soggiorni a Baveno.
Baveno, dunque, terra d’approdo di musicisti sommi. Uno su tutti, Gianandrea Gavazzeni, il direttore d’orchestra di Bergamo uso, fra un concerto e l’altro, portarsi la famiglia - stretta e allargata - proprio a Baveno. Il Baveno Festival, in vita fino all’8 luglio, saggia più aspetti dell’uomo e musicista Giordano.
A inaugurarlo, ieri sera, un concerto in memoria di Gavazzeni, scomparso dieci anni fa, bacchetta in confidenza con il melodramma di casa nostra e in particolare con i frutti della Giovane scuola cui appartenne lo stesso Giordano. L’Orchestra da Camera di Mantova ha eseguito musiche di Mozart nel duecentocinquantenario della nascita, con Giuliano Carmignola violino solista e Carlo Fabiano konzertmeister.
Dopo l’Ouverture di venerdì, stasera si affrontano i Quartetti per archi (Atto I, quadro I) con il Quartetto di Fiesole, domani, con Marco Sollini, si passa al coté pianistico (Atto I, quadro II).
I due Intermezzi, così s’intitolano le serate di martedì e mercoledì, spingono lo sguardo oltre Giordano stesso esplorando valzer, operetta, musical, cabaret, che è poi il repertorio musicale della Vienna a cavallo fra Otto e Novecento con l’Orchestra Ladies Sophia, il pianoforte di Maurizio Carnelli e la voce di Sabina Macculi.
Giovedì (Atto II, quadro I) si offre un campione delle Romanze da salotto e sabato (Atto II, quadro II), con il Traiettorie Sonore Ensemble, si chiude con Riduzioni e fantasie d’opera.
Una rassegna itinerante per Baveno, sulle tracce degli spazi che più appartennero al compositore, anzitutto Villa Fedora e il Parco stretto attorno, luoghi di lavoro e di relax di Giordano.
Di un compositore che nel 1892 diede una scossa alla Roma papale con Mala vita (un uomo fa voto di recuperare una prostituta in cambio della guarigione dalla tubercolosi), un’opera-scandalo. E si guadagnava la ribalta con Andrea Chénier, alla Scala nel 1896. Andrea Chénier, un successo che veniva confermato da Fedora nel 1898.
Proprio a distanza di cent’anni da Fedora è sorto questo Festival di Baveno che in coda a giugno 200» aperitivi in concerto, mantinée e la mostra nella Villa Fedora (ora sede della Camera di Commercio del Verbano Cusio Ossola) dedicata alla Baveno degli anni di Umberto Giordano.


Ogni appuntamento ha una veste scenografica, grazie a giochi di luce.
Festival Umberto Giordano, Baveno, chiesa di San Carlo a Feriolo, ore 21.15, info 0323-924632 e www.festivalgiordano.it, ingresso 12 e 9 euro

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