Bruxelles - Nuovo consistente taglio dei tassi da parte della Banca centrale europea: 0,5 punti in meno, come auspicato da molti analisti, con cui il principale livello di riferimento sul costo del denaro scende al 2 per cento. I tassi tornano così ai livelli di fine 2005, prima che la Bce avviasse la passata manovra restrittiva culminata al 4 per cento, interrotta con la crisi finanziaria ma con un ulteriore rialzo al 4,25 per cento lo scorso luglio. Riduzione ancora più sensibile per il tasso sui depositi degli istituti di credito presso la banca centrale che viene ridotto di un intero punto all’1%. Resta invece fermo al 3% il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale.
Quadro pessimo Ora il quadro economico dell’area euro non fa che aggravarsi, di ieri il rapporto di una nuova pesante contrazione per la produzione industriale, meno 7,7% annuo a novembre, mentre i timori sull’inflazione sembrano svanire. Proprio oggi Eurostat ha confermato che a dicembre è rientrata all’1,6 per cento. Le decisioni comunicate oggi avranno decorrenza dal 21 gennaio. Nell’ultima riunione del 2008 la Bce aveva varato la più consistente riduzione dei tassi mai decisa in un colpo solo, 0,75 punti in meno che ha seguito altri due tagli, in entrambi i casi da mezzo punto percentuale. Lo scorso 8 ottobre, in reazione all’aggravarsi della crisi finanziaria - ora chiaramente estesa a tutta l’economia reale - la Fed, la Bce, la Bank of England e altre delle maggiori banche centrali mondiali avevano deciso un taglio simultaneo dei rispettivi tassi di riferimento per mezzo punto percentuale. Da allora hanno proseguito in ordine sparso.
Le preoccupazioni di Trichet L’economia dell’area euro sta accusando un "significativo rallentamento" prevalentemente causato dall’aggravarsi dei mesi scorsi della crisi finanziaria e la Banca centrale europea si attende che sia la domanda interna che la domanda estera ne risultino nettamente indebolite "per un protratto periodo di tempo". Lo ha affermato il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, durante la conferenza stampa a seguito della riunione del Consiglio direttivo. Debolezza economica che ha favorito un netto rientro dell’inflazione, e proprio questo calmieramento, ha aggiunto Trichet, è stato determinante per la decisione di oggi di tagliare nuovamente i tassi di interesse, ridotti di un altro mezzo punto al 2 per cento. "E - avverte il presidente - non abbiamo mai detto che sia il limite e che non li ridurremo ulteriormente". Per la media 2009 la Bce si attende un’inflazione in linea con i suoi livelli obiettivo, che vogliono la crescita annuale dei prezzi inferiore ma prossima al 2 per cento. Ma ci si attende anche una marcata "volatilità" ha avvertito Trichet.
Gli Usa Negli Stati Uniti la Federal Reserve ha proseguito a ridurli aggressivamente, fino ad azzerarli quasi del tutto, da alcune settimane mantiene una forchetta di fluttuazione simbolica tra zero e 0,25 punti. La scorsa settimana si è nuovamente mossa la Banca d’Inghilterra, anch’essa molto decisa in precedenza, con un taglio da mezzo punto che ha portato i tassi per la sterlina all’1,5 per cento, segnando un nuovo minimo sugli oltre tre secoli di storia di questa istituzione.
Fmi: "La situazione peggiorerà" Il Fondo monetario internazionale si attende "un ulteriore peggioramento della crisi in atto" in Europa nell’ambito
di "una recessione globale prolungata e che si sta intensificando". A comunicarlo è stato il portavoce del Fmi David Hawley, stimando che un’eventuale ripresa per l’economia europea non è attesa fino alla fine del 2009.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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