Luisella Costamagna per diventare un personaggio ha dovuto essere cacciata dal programma In Onda (La7) e sostituita da un giornalista che, oltre al difetto di essere maschio (cosa grave per il femminismo alla buona), è vicedirettore del Giornale: Nicola Porro. Infatti da quando si è saputo che la signora non sarà più in video accanto a Luca Telese (anch’egli proveniente dal Giornale e ora al Fatto Quotidiano) non si parla che di lei.
Ieri il Corriere della Sera le ha dedicato addirittura mezza pagina con tanto di foto dalla testa ai piedi su tacchi disumani. Si tratta di un’intervista in cui lei non spiega nulla. Cioè non dice perché le hanno dato il benservito. Forse lo immagina, forse no. Non si sa. La situazione migliore per lanciarsi in ipotesi più o meno azzardate, tra cui il vittimismo, molto praticato da certe donne per consolarsi di un mancato successo.
Complice l’intervistatrice, Angela Frenda, che l’ha stuzzicata con frasi del tipo: «Via una donna, arriva un uomo», Luisella butta lì considerazioni come questa: «La nostra trasmissione era fatta di un mix femminile-maschile che funzionava; ed è un dato di fatto che abbiano tolto una donna e ci abbiano messo un uomo...». Se fosse accaduto il contrario, fuori un uomo e dentro una donna, come avvenne per Otto e mezzo quando se ne andò Giuliano Ferrara e giunse Lilli Gruber? Nessuno avrebbe fiatato. Il genere non conta niente se a spuntarla è una ragazza; viceversa, se la spunta un giovanotto, scattano le proteste e la solidarietà delle signore.
La Costamagna osserva: da La7 sono sparite la D’Amico e la Cabello. Ma trascura il fatto che Ilaria D’Amico abbia optato per Sky. Quanto alla Cabello, è stata assunta in Rai a Quelli che il calcio. Possibile che una professionista in azione da anni, qual è Luisella, sia convinta che il mondo abbia smesso di girare dall’epoca in cui davvero le donne erano discriminate nel lavoro? Oggi la popolazione universitaria è in maggioranza femminile, le ragazze studiano di più dei ragazzi, quindi si laureano meglio, vincono i concorsi in magistratura (dove il dominio delle donne è assoluto), brillano nel settore della medicina, sono ufficiali dell’esercito e dei carabinieri, nelle redazioni primeggiano e in tivù anche. Qui non è questione di opinioni; cantano i numeri e i fatti.
La Costamagna, tra una ciacola e un’altra, trova il modo di dire che in trasmissione i complimenti di Luca Telese la infastidivano anche per l’oggettiva difficoltà a ricambiarli. La battuta è buona ma poco carina nei confronti del collega conduttore, il quale è più bello di lei.
De gustibus. Mah! Siamo alle solite. Gli apprezzamenti, anche quelli gentili, non sono più graditi, anzi fanno scandalo se è l’uomo a rivolgerli a una donna. A parti invertite, chi ci baderebbe? Se capitasse a Nicola Porro di ricevere un complimento da un’ospite, immagino che non sarebbe in imbarazzo, semmai contento.
Dov’è il problema? Ma chissenefrega se una è bella o brutta o così così. Non credo che l’estetica sia una categoria decisiva per tenersi o perdere un posto di giornalista davanti alla telecamera.
Si chieda piuttosto «la bella Luisella» se la sua rimozione non sia magari stata determinata dalla pessima abitudine di interrompere gli interlocutori e di sovrapporre la sua voce a quella di un Tizio impegnato a rispondere. Pessima abitudine che quei cattivoni dei maschi definiscono maleducazione. V. F.
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