Enza, 39 anni. La bicicletta in una mano, con il seggiolino per i bimbi davanti e il sacchetto della spesa che penzola dal manubrio. Infila le chiavi nel portone di via Bertani, a due passi dallArco della Pace. «La ztl? Sono daccordo. Essendoci tanti locali, è preferibile limitare il traffico. I residenti si lamentano del parcheggio selvaggio». Quando ci sono le riunioni del comitato di quartiere, quello che si batte contro la movida, il rumore, il traffico, i Suv e quantaltro, appena può li segue. E lidea che gli occhi elettronici possano allontanare le frequentazioni dalla sua zona, rischiando di trascurarla, non la sfiora nemmeno. «I locali sono e rimangono un punto di attrazione. Le persone troveranno comunque il modo per arrivare qui. Se uno li vuole raggiungere, lo fa e basta». Lei vive qui da una vita, fa limpiegata e si ricorda che qualche tempo fa questo quartiere non era poi così bello. «Sì, è vero, i locali hanno aiutato a migliorare la situazione, per carità. Una volta cera anche la strada a doppio senso e ora no». Come a dire, che di progressi e passi in avanti ne sono stati fatti, eccome. «Però se cè caos, cè caos, anche durante la settimana. Puoi andare via, ma da quello non scappi».
Anche unaltra famiglia e unaltra ancora che abitano qualche centinaio di metri da lei, sono daccordo. «Favorevolissimi - scandisce le parole, il signor Livio residente in via Piermarini -. Qui cè un problema di vivibilità diurna. E di notte, il sovraccarico di auto. Anche io fruisco dei locali, ma la musica fino alle tre di notte fa caos. Il martedì è uguale al sabato».
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