Benessere

Tumori in aumento tra gli under 50. L'intervista all'esperto

Il professor Walter Ricciardi, docente d’Igiene e Medicina preventiva all'Università Cattolica del Sacro Cuore, ha puntualizzato come ci sia un aumento di casi di neoplasie che sta interessando in maniera crescente i giovani adulti. Vediamo insieme le cause e come intervenire

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La Iarc, l’International Agency for Research on Cancer, per cercare di capire come mai stia aumentando fortemente la malattia tumorale anche negli under 50, sta studiando gli elementi considerati a rischio e la cui associazione sembra aver portato a questo incremento.

Professore quali fattori sembrano influire sull'aumento delle neoplasie nei cinquantenni?

Sono gli stessi fattori di rischio dell'insorgenza di patologia oncologica nelle altre fasce d'età ma si è visto che l'esposizione è sempre più precoce. I fattori di rischio sono l'alimentazione eccessiva e di scarsa qualità, l'attività fisica ridotta o addirittura inesistente, il fumo anche sottoforma di sigaretta elettronica (vaping) e alcool, tatuaggi sulla pelle e le sostanze chimiche ambientali. Le forme tumorali stanno aumentando in età più precoce, mentre prima cominciavano a manifestarsi in tarda età. Mentre le patologie oncologiche nei bambini sono rimaste sostanzialmente stabili e non c'è stato un incremento, quello che invece è cambiato è che questi bambini una volta diventati adulti, sono già stati sottoposti a fattori di rischio in modo decennale e quando oltrepassano la soglia dei 40 e 50 anni si ammalano. Il circuto del processo infiammazione/stimolazione oncologica sono correlati. I bambini italiani sono i più in sovrappeso e svolgono meno ore di attività fisica rispetto al resto d'Europa, crescendo sono "vittime" di comportamenti e stili di vita errati: la somma di questi fattori, può incidere in modo significativo nella comparsa precoce di tumori.

Quali strategie far adottare alla popolazione per prevenire questo trend in crescita?

Quelle dell'alfabetizzazione scientifica e sanitaria della popolazione, in modo facile e nella maniera più semplice. Alcune informazioni devono basarsi sulla persuasione, altre devono essere basate sulla legge, non ci si può affidare solo alla pubblicità martellante come detonatore per le abitudini scorrette. Andrebbe incrementata l'attività fisica che è troppo poca durante la giornata, infatti meno del 20% dei bambini italiani fa sport; sull'alcool abbiamo fatto passi avanti ma è necesario incidere maggiormente sui giovani. Per il tabacco si può fare ancora molto e vigilare sui fumatori: dopo la legge Sirchia non è stato più fatto nulla sul fumo di sigaretta e non abbiamo ridotto il numero dei fumatori. Fino a quando non si avranno dati definitivi degli studi, solo la prevenzione primaria può incidere in modo significativo e far diventare ogni singolo individuo propugnatore della propria salute. Sono interventi difficili da realizzare, per questo servono leggi adeguate da far applicare.

Il ruolo del medico di famiglia sul territorio deve rafforzarsi per fare una prevenzione di tipo capillare, quindi realmente utile?

Assolutamente sì. Ho sempre attribuito un'importanza fondamentale al medico di base perchè è il medico che le persone vedono più spesso, è il custode delle loro confidenze di cui si fidano e a cui chiedono i primi consigli medici. Purtroppo la prevenzione primaria sul territorio non avviene in maniera sistematica, invece ci dovrebbbero essere delle buone pratiche da far attuare e poi valutarle in modo rigoroso. La prevenzione primaria è quella più faticosa perchè deve agire su persone sane, che spesso non vogliono correggere le loro abitudini: bisogna però provarci per iniziare ad attuare il cambiamento.

Ha senso abbassare l'età per gli esami di screening e soprattutto quali fare?

Gli screening soprattutto quelli oncologici devono essere fatti solo quando ci sono determinati requisiti. I test sono fattibili, poco invasivi, sono efficaci e chiaramente devono essere fatti all'età giusta. Anticiparli si può ma su base personale: quando si ha una famiglia a rischio allora è necessario elaborare dei programmi personalizzati per il paziente e questo è compito del medico di base, che conosce la storia familiare e le patologie in corso.

Visto l'andamento delle patologie respiratorie anche nel periodo estivo, cosa si prevede come schedula vaccinale per il prossimo autunno?

Le schedule vaccinali sono consolidate, tranne che per il covid per il quale consiglieremo una dose annuale nei soggetti a rischio e nei pazienti fragili. Oggi è molto interessante per la sua efficacia, il vaccino contro il virus respiratorio sinciziale, soprattutto per bambini e anziani.

I dati di quest'ultimo periodo hanno visto un aumento significativo di polmoniti nel periodo estivo, motivo in più per sensibilizzare la popolazione a vaccinarsi anche contro lo pneumococco.

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