Individuate per la prima volta le cellule cerebrali legate alla depressione

Lo studio dimostra che la depressione riflette cambiamenti reali e misurabili nel cervello

Individuate per la prima volta le cellule cerebrali legate alla depressione
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Gli scienziati della McGill University e del Douglas Institute hanno scoperto che due tipi distinti di cellule cerebrali, i neuroni e le cellule di microglia, funzionano in maniera differente negli individui che soffrono di depressione, alterando i sistemi del cervello legati alle emozioni e allo stress. Lo studio, pubblicato su Nature Genetics, potrebbe aprire la strada alla creazione di terapie di precisione.

Cos'è la depressione

Con più di 264 milioni di persone colpite in tutto il mondo, la depressione è una malattia psichiatrica caratterizzata principalmente dalla presenza costante di umore tetro e vuoto. Dati alla mano, sembra colpire maggiormente le donne.

Spesso il termine depressione è alquanto generico se consideriamo che esistono diverse tipologie della stessa. Abbiamo infatti: il disturbo depressivo maggiore, quello bipolare, quello post-partum, quello distimico e, infine, il disturbo depressivo non altrimenti specificato.

Le cause della depressione

Attualmente le cause della depressione non sono ancora note. Tuttavia, secondo la scienza, esistono dei fattori di rischio che favorirebbero la sua insorgenza.

Tra questi figura la predisposizione familiare. I parenti di primo grado dei pazienti depressi hanno infatti una probabilità di ammalarsi da due a quattro volte maggiore rispetto ad altri soggetti.

Non bisogna sottovalutare l'aspetto biologico. In molti casi la patologia è la conseguenza di alterazioni ormonali, del sistema immunitario e dei neurotrasmettitori. Si ritiene che esiste una correlazione tra la stessa e un deficit di serotonina.

Attenzione, poi, alle esperienze traumatiche infantili e a tutte quelle situazioni che, nei soggetti predisposti, possono spianare la strada al disturbo: lutti, separazioni, conflitti familiari, malattie, cambiamenti di lavoro, di città e di amicizie.

Talvolta la depressione è associata a patologie di varia natura: dolore cronico, malattie cardiovascolari, ictus, morbo di Parkinson, morbo di Alzheimer, epilessia, demenza, disturbi del comportamento alimentare.

Lo studio

Il team, guidato dal professore Gustavo Turecki, ha condotto lo studio utilizzando il tessuto cerebrale post-mortem della Douglas-Bell Canada Brain Bank, centro questo che raccoglie anche le donazioni di pazienti psichiatrici. Per la precisione è stato impiegato il tessuto di 59 individui depressi e di 41 soggetti sani.

Attraverso l'analisi genomica avanzata a singola cellula, i ricercatori hanno esaminato il DNA e l'RNA di migliaia di singole cellule cerebrali sia per scoprire quali di queste si comportavano in maniera diversa nelle persone con depressione, sia per capire quali sequenze di DNA potevano spiegare tali variazioni.

I risultati

Gli scienziati hanno scoperto che l'attività genica era alterata in due tipi di cellule cerebrali: una classe di neuroni eccitatori responsabili della regolazione dell'umore e dello stress e un sottotipo di cellule di microglia, ovvero le cellule che gestiscono l'infiammazione nel cervello.

In entrambe le tipologie molti geni vengono espressi in maniera diversa nei pazienti affetti da depressione e tale condizione potrebbe essere la spia di possibili interruzioni nei sistemi neurali vitali. Questi risultati confermano ciò che le neuroscienze dicono da anni, ovvero che la malattia riflette cambiamenti reali e misurabili nel cervello.

Lo studio deve ora essere approfondito. Esso potrebbe portare alla creazione di trattamenti specifici e mirati ai meccanismi cellulari coinvolti nell'avvento del disturbo.

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