Milano - La «stangata carburanti» sta per abbattersi sul ponte del primo maggio. Proprio da giovedì prossimo, infatti, scatterà un nuovo aumento, pari a 2 cent al litro, che spingerà benzina e gasolio a superare l’ennesimo record, dopo i molti già bruciati dalle fiammate del caro-greggio. Ma questa volta il petrolio non c’entra: l’aumento riguarda solamente l’Italia. Scade, infatti, mercoledì 30 aprile lo sconto fiscale deciso dal governo in applicazione della Finanziaria 2008.
In realtà questa misura - spiegano gli esperti del settore - potrebbe essere estesa al prossimo trimestre. Ma per farlo servono tempi tecnici: almeno una decina di giorni che, dovrebbero coincidere - tra l’altro - con l’avvicendamento tra il governo uscente e quello entrante.
Per la scampagnata del primo maggio, gli italiani rischiano così di dover metter in conto oltre 12 euro in più per un pieno di gasolio rispetto all’anno scorso e una spesa di quasi 7 euro più alta per un rifornimento completo di benzina di un’auto di medio-alta cilindrata. Nel «ponte» di un anno fa un litro di gasolio costava, infatti, circa 1,15 euro al litro mentre per la benzina erano necessari circa 1,3 euro. Vale a dire, rispettivamente, 25 e 13 centesimi in meno rispetto ai livelli cui rischiano di arrivare, proprio dal primo maggio, i costi dei carburanti in Italia.
Ma come funziona lo sconto fiscale? La Finanziaria prevede la possibilità di emanare - ogni tre mesi - un provvedimento che, attraverso un meccanismo basato sulle medie delle quotazioni del greggio, riduce l’impatto del caro-carburanti assorbendo il maggior gettito Iva derivante dal rialzo della materia prima.
Un meccanismo tradotto dal governo in un provvedimento - firmato il 7 marzo scorso dal ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani e dal vice ministro dell’Economia Vincenzo Visco - che ha dato il via libera alla restituzione dell’Iva sui carburanti per complessivi 162 milioni: in pratica, uno sconto di 2 centesimi al litro su benzina e gasolio. La misura prevede un «tetto» per la quotazione del petrolio di 71 dollari al barile e un calcolo sulle medie delle quotazioni negli ultimi mesi: deve quindi rimanere in vigore solo fino al 30 aprile. Dopo questa data gli uffici dei ministeri - spiegano ancora gli esperti - dovrebbero rifare i conti, sulla base delle medie delle quotazioni del greggio negli ultimi mesi e lo scostamento con il prezzo massimo del barile precedentemente indicato, e decidere se e in che misura rivedere lo sconto fiscale.
Una procedura abbastanza complessa, che viene a coincidere proprio con l’insediamento del nuovo governo, rischiando di far quanto meno slittare eventuali nuovi interventi.
Con immediate conseguenze negative per gli automobilisti italiani che si troveranno a fare i conti con un ulteriore aumento dei carburanti: quindi con la benzina sopra quota 1,43 euro al litro e il gasolio - per la prima volta nella storia - ben sopra quota 1,4 euro al litro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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