Berlusconi: "C'è atmosfera avvelenata" E Di Pietro si fa grande: "Mi teme"

Il presidente del Consiglio al San Raffaele di Milano per la festa dei 90 anni del fondatore, don Luigi Verzé: "Qui abbiamo sentito solo parole positive e buoni sentimenti, lontana dall'atmosfera avvelenata di questi giorni". Poi dice al sacerdote: "Mi assolve senza sentire i miei peccati. Gli auguro l'eternità, trasforma i sogni in realtà". Di Pietro fa il capopolo della sinistra: "Mandiamo a casa il dittatorello, l'Idv è l'unica vera opposizione". Il Pdl attacca: "L'ex pm responsabile del clima d'odio"

Berlusconi: "C'è atmosfera avvelenata" 
E Di Pietro si fa grande: "Mi teme"

Milano - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è intervenuto alla festa per i 90 anni di don Luigi Verzé, il fondatore del San Raffele di Milano, ed è stato lontano dalle ultime polemiche, dagli attacchi dell'opposizione - che in realtà ha solo ripetuto il copione di sempre - e ha detto di essere contento, perché è stata una mattinata "lontana dall'atmosfera avvelenata di questi giorni". E' il solo accenno, amaro e comprensibile, del premier. "Abbiamo sentito solo parole positive e buoni sentimenti. E' stata una mattinata splendida". Berlusconi per descriverla ha ricordato una frase napoletana: "A Napoli si dice 'tengo o' core into ò zucchero'. Questa mattina ho il cuore che è uno zucchero che più zucchero non si può".

Don verzè, la vita fino a 120 anni e i peccati del premier Berlusconi, parlando del progetto di estendere la vita media delle persone a 120 anni, si è rivolto al sacerdote per augurargli non solo molti anni di più di vita ma l'eternità. "Se mi chiedessero qual è la caratteristica di don Luigi, senza esitazione direi la bontà. Lui pensa sempre agli altri e, pensate che quando mi confessa mi dà l'assoluzione senza neppure sentire i miei peccati perché, conoscendomi, già li conosce. Abbiamo pensato che il peccato altro non è che fare del male agli altri". E proprio dopo aver parlato della bontà di don Verzé, Berlusconi ha aggiunto: "chissà in trent'anni cosa farai ancora. Io a don Luigi auguro l'eternità perché se c'é uno che se la merita è proprio lui". Il presidente del Consiglio ha iniziato il suo discorso su don Verzé, ricordando il giorno in cui si sono conosciuti e il diverbio avuto in merito allo scarico delle acque del San Raffaele e del vicinissimo quartiere di Milano 2 che era in costruzione: "Don Luigi mi disse che aveva Lui come alleato, io allora mi sono tirato indietro e ha vinto don Verzé". Il premier ha quindi sottolineato di avere sempre creduto nel progetto di don Verzé: "Credo - ha spiegato - di essere stato l'unico a credere da subito che il suo non sarebbe stato solo un sogno ma che sarebbe diventato una realtà. Don Luigi è una delle poche persone che riesce a trasformare i sogni in realtà. Riesce a mobilitare eserciti di persone che credono nella sua missione". Berlusconi ha quindi confessato di "nutrire un amore profondo per don Luigi. Non credo ci siano persone che potranno eguagliarlo per l'amore che lui dà agli altri e per la voglia che ha di fare stare bene tutti non solo dal punto di vista fisico, ma anche da quello spirituale". 

"Silvio statista di fama mondiale" Don Verzé, f ringraziando il presidente del Consiglio, per la partecipazione al suo compleanno, lo ha definito "statista di fama mondiale". "Oggi - ha esordito don Verzé - c'é anche Silvio Berlusconi che è diventato un personaggio storico, nato nella fede cristiana e ispirato alla fraternità". "A lui - ha aggiunto - rivolgo un mio elogio personale e non solo politico. Da giovane faceva il cantautore da crociera, poi é diventato un imprenditore affermatissimo, il più grande di questo Paese. Infine solo per amore, solo per amore della Patria, come posso testimoniare, è diventato uno statista di fama mondiale". Don Verzé si è quindi rivolto a Berlusconi: "Costa, caro Silvio. Anch'io sono passato sulle strade e sulle scale che sanno di sale". Implicito il riferimento a momenti difficili, compreso quelli determinati dalle inchieste giudiziarie. Don Verzé si è quindi rivolto ancora a Berlusconi: "Bisogna essere sempre buoni con tutti, anche con gli avversari, ma ognuno al suo posto". Infine ha ricordato gli aiuti che il premier gli concede per la realizzazione dei suoi progetti: "Qualche volta gli chiedo qualche aiuto, come, per esempio, per l'ospedale dei lebbrosi nel deserto".

Il centro di Verona Il centro per la ricerca che ha come obiettivo l'allungamento della vita dell'uomo e il suo miglioramento sorgerà a Verona, città natale di don Luigi Verzé che ha lanciato il progetto. "Io - ha detto - mi sento ancora un bambino. Ho il capriccio di guarire tutti come Gesù. Ho il capriccio di far vivere tutte le persone, uomini e donne, almeno fino a 120 anni".

Al centro, che sorgerà a Verona, lavoreranno scienziati di tutto il mondo: "gli scienziati - ha spiegato don Verzé - stanno lavorando perché l'uomo possa vivere fino a 120 anni sano nel corpo e nella mente e in questo modo sviluppato nello spirito".

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