Cristiano Gatti
Certo non è quel genere di sorprese che tutti gli uomini innamorati possano apparecchiare per i cinquant'anni della signora. Ma oltre a dispiegare un ingente impegno economico, questo marito italiano ne ha profuso generosamente anche sul piano della fantasia e del sentimento, che in fondo è l'unica cosa importante davvero. Se nei legami di cuore conta soprattutto il pensiero, lui ha partorito pensate a raffica. Tanto che la signora, nemmeno se lo volesse, riuscirà mai a scordare questo compleanno di mezza vita. Chiamala indimenticabile, una sorpresa che finisce al centro delle cronache mondiali...
Il marito italiano che sconvolge Marrakech, tanto da occupare la prima pagina del quotidiano Aujourd'hui le Maroc, si chiama Silvio Berlusconi. Noto imprenditore milanese, in carriera ha svolto varie mansioni abbastanza importanti. Ultimamente, premier. Ma non è la biografia dell'uomo, stavolta, che interessa: sono i sentimenti. All'avvicinarsi di una tappa fondamentale della sua vita pirotecnica, i cinquant'anni della moglie Veronica Lario, il marito Silvio sente che questa data non deve passare invano. Né tanto meno inosservata. Lei, la sua compagna, è una donna particolare, niente mondana e niente invadente, un genere di donna molto poco alla moda rispetto alla moda del generone italiano: al mondo delle letterine si ostina a preferire il mondo delle lettere, il che è tutto dire. Ma è proprio a lei, a questa signora naturalmente e cocciutamente schiva, che il marito prepara una due giorni da fuochi d'artificio: una volta ogni cinquant'anni, impazzire si può. Eccolo snocciolato qui di seguito, il programmino messo in piedi dal vulcanico consorte.
In prossimità dell'evento, martedì della scorsa settimana, la signora Veronica sale su un aereo privato con il figlio. Destinazione Marocco, città di Marrakech. Qui, appena sbarcata, un accompagnatore locale la conduce sul terrazzo del Café de France, da dove si gode la bella vista della piazza Djama el Fna. Mentre si gusta rilassata un tè verde alla menta, la signora viene però scocciata da sette donne velate, vestite con gli abiti tradizionali berberi. Dannazione, neanche un tè in santa pace a Marrakech. Le sette befane sono più invadenti e più petulanti di sette inviati di Novella Duemila. Al limite della sopportazione, la pur mansueta signora scopre la prima sorpresa di compleanno: le sette rompiscatole si tolgono il velo e ridiventano sette amiche sue, aerotrasportate sul posto e travestite dall'impetuoso marito. La festeggiata è già molto contenta così. Ma ovviamente non sa d'essere soltanto all'inizio. I festeggiamenti prevedono l'aggettivo indimenticabile: e indimenticabile il compleanno sarà. Dopo una cena sontuosa e una mattinata dedicata ad esplorare la Medina, le amiche si recano da Dar Marjana, ristorante celebre per le sue animazioni musicali. E difatti ecco subito apparire un gruppo di musicisti e danzatori Gnaoua, genere che a orecchio può sembrare genovese o bergamasco, ma che in realtà vanta origini subsahariane. Ad essere sinceri, a guardarlo bene, uno degli artisti, in costume tipico e con fazzoletto blu sul volto, sembra quanto meno fuori registro. E fosse solo un impedito, come danzatore subsahariano. Per sovrapprezzo, fa pure il tacchino. Senza pudore e senza vergogna, ammicca e richiama in continuazione la bella signora italiana. Peccato per lui che abbia sbagliato completamente indirizzo: lady Veronica non è del partito che all'estero perde i freni inibitori e si butta nel vortice delle trasgressioni. Diciamo pure che è già al limite dell'esasperazione. Ma proprio quando lo sgangherato danzatore sta per ricevere la portierata che si merita, eccolo saltarle davanti - come scrive il giornale locale - «con un piccolo balzo da guerriero, invitandola a ballare. Lui strattona, lei lo rifiuta con tutte le forze, e la musica si ferma di colpo...». Come diremmo noi, gelo in sala. I clienti del locale cominciano a sprofondare nell'imbarazzo. Tutto per le scalmane da sparviero del danzatore Gnaoua. È chiaro, siamo al colpo di teatro. Il marito Silvio Berlusconi, dimenticando in un colpo solo d'essere ex-premier, capo e fondatore di Forza Italia, padrone di un impero finanziario, tifoso e presidente del Milan, nonché musa e vitalizio per una mezza moltitudine di Travagli e di Sabine Guzzanti, improvvisamente questo signore italiano dimentico di tutto quanto, persino di quello che i detrattori anche stavolta sarcasticamente gli riserveranno, getta via il costume e si butta sulla sua Veronica, offrendole una collana di diamanti e cantando in italiano, nel modo più sguaiato, ma anche più sincero e intenerito, «Buon compleanno amore miooooo»...
A qualcuno basta un fiore. A qualcuno una telefonata. A qualcuno nulla, perché con l'arrivo dei cinquant'anni i compleanni non si festeggiano più. Non è lecito sindacare sui modi. Per una volta, almeno, deponiamo le accigliate visuali politiche e prendiamo la berlusconata per quello che è: una cosa sua, a modo suo, per casa sua. Almeno sui compleanni, non è il Paese che deve giudicare. Le feste di famiglia non richiedono valutazioni a suffragio universale. In Italia c'è una sola persona chiamata a gradire: Veronica.
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