Berlusconi: Fini e Casini sono dei maneggioni, un giorno lascerò ma a giovani preparati

Il premier al convegno del Pdl "Italia, avanti". E dice: "Vogliono farmi fuori e consegnare il paese alla sinistra. Prima o poi dovrò lasciare quando avrò terminato il programma, ma non ai maneggioni della vecchia politica, il testimone lo passerò alla nuova generazione di politici. Da Fini incoerenza totale". Silvio non tratta, si va alla conta

Berlusconi: Fini e Casini sono dei maneggioni, 
un giorno lascerò ma a giovani preparati

Roma - "Casini ha il solo fine di far fuori Silvio Berlusconi per prenderne il posto". E' il nuovo affondo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, intervenuto telefonicamente ad una manifestazione in sostegno del Governo a Roma. Senza citare Fini il premier ha quindi parlato di una sua "incoerenza totale" sostenendo che con Casini vuole consegnare il paese alla sinistra.

"Lascerò ma non ai maneggioni..." "Sono assolutamente consapevole che ho una certa età e che dovrò lasciare prima o poi, ma passerò il testimone quando avrò terminato il programmma e comunque mai ai maneggioni della vecchia politica", ha aggiunto il premier. "Il testimone lo passerò alla nuova generazione di politici". "Agli italiani bisogna chiedere se vogliono consegnare le redini del governo ad una ammucchiata di reduci della vecchia politica che ormai sono dei signori attempati che hanno sempre formato le seconde file dei partiti e che non hanno mai dimostrato di saper fare qualcosa di importante per il nostro paese o se non ritengano che ciò sia un rischio?".

"Da Fini incoerenza totale" "Quei signori che fino a ieri sono stati con noi hanno dimostrato un'incoerenza incredibile" perché passare dal dire che Mussolini prima "é un grande statistà poi è il 'male assoluto' o "dalla 'Bossi-Fini' al 'voto agli immigrati' o ancora dal presidenzialismo al 'no al premiio di maggioranza' è segno di un'incoerenza totale", ha aggiunto. Sempre nello stesso collegamento, Berlusconi, riferendosi a chi vuole una crisi di governo ha affermato: "Per ambizioni personali si mettono con la sinistra". "Adesso ci sono questi signori di centro che fino a ieri sono stati con noi e che hanno certo avuto delle incoerenze incredibili perché passare dal più grande statista del secolo al male assoluto, o dalla Bossi-Fini al voto agli immigrati o dal presidenzialismo all'abolizione del premio di maggioranza è segno di una incoerenza più totale", ha detto Berlusconi facendo capire di parlare di Gianfranco Fini. "Ma che adesso questi signori solo per potere accontentare le loro ambizioni personali si mettano a sinistra e vogliono consegnare in pratica il governo del paese alla sinistra, beh questa è una cosa che gli italiani devono sapere e non credo che possa assolutamente trovare sostegno da parte loro". Gli stessi signori, ha aggiunto, che usano dei "mezzi di propaganda assolutamente indebiti".

"Stampa contro di noi" "In questo periodo è importante attivarsi per far giungere alla gente le nostre posizioni al di là di quello che le fa giungere la stampa la cui grande maggioranza è contro di noi".

"Deputati non creduloni" "Il 14 dicembre io sono convinto che avremo la maggioranza sia al Senato che alla Camera perché non credo che nessuno possa essere così credulone da seguire degli aspiranti leader politici di partito che portano avanti un progetto di distruzione della credibilità del paese".

"Da Fini sull'Aquila propaganda assurda" "Questi signori usano dei mezzi di propaganda che sono assolutamente indebiti: ieri ho sentito che qualcuno che dovevamo dire ai cittadini dell'Aquila che ci sarebbero voluti molti anni per ristrutturare l'Aquila. Una cosa che noi abbiamo sempre detto. Siamo intervenuti con grande tempestività ed efficacia dopo il terremoto e abbiamo ricostruito in pochi mesi le case di chi le aveva perse completamente". Così Silvio Berlusconi risponde alle critiche di Gianfranco Fini. Per quanto riguarda il centro dell'Aquila, ha aggiunto, "noi abbiamo subito detto che sarebbe stato un lavoro lungo", e dunque "usano degli argomenti che non stanno né in cielo né in terra".

Effetto Grecia "Facendo quello che vorrebbero fare questi signori nuovi alleati con la sinistra si aprirebbe una situazione di instabilità e potremmo diventare bersaglio della speculazione internazionale come la Grecia, l'Irlanda, il Portogallo e altri paesi. Sarebbe un rischio tragico".

La Russa "Non ho mai accusato nessuno di essere un traditore. Certo, se io non votassi per il governo che ho contribuito ad eleggere, se io non accettassi Berlusconi presidente dopo essere stato eletto in una lista con il suo nome, io mi sentirei un traditore". Parla chiaro il ministro della Difesa Ignazio La Russa, prima di partecipare all'incontro dal titolo "Italia, avanti", organizzato dal Pdl a Roma, rispondendo a chi gli chiedeva un parere su chi considera Gianfranco Fini un traditore. La Russa ha spiegato che a parti invertite si sentirebbe un traditore ma "gli altri sono liberi di sentirsi come ritengono più opportuno". "Il 14 dicembre si scoprono le carte: se volessimo pensare solo a noi dovremmo correre a fare elezioni anticipate e perfino un governo tecnico. Vi immaginate che divertimento fare l'opposizione a un governo con tanti galletti in un pollaio scassato? Da Fini a Vendola, a Rutelli passando per Finocchiaro, Bersani e Casini". Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha usato una metafora divertente per spiegare quali potrebbero essere gli scenari futuri della politica italiana in caso di elezioni anticipate o di governo tecnico "ma - ha continuato - non possiamo né dobbiamo farlo per senso di responsabilità perché non conviene all'Italia". Se il governo Berlusconi non andasse avanti e quindi, se si profilasse una di queste ipotesi, ha aggiunto La Russa, "la cosa peggiore sarebbe il mese di interregno, un mese di crisi in cui si cercherebbe di fare un governo tecnico senza riuscirci e sarebbe un mese di forti speculazioni finanziarie".

Cicchitto "Non risolveremo certo noi i problemi e le angosce dei terzopolisti (Casini, Fini, Rutelli) che adesso chiedono a Berlusconi che o si dimetta prima del 14 dicembre o che mandi a presiedere l'eventuale nuovo governo uno dei suoi. Berlusconi non farà nulla di tutto ciò e allora sempre di più, con i giorni che passano, l'alternativa è: o il governo Berlusconi o le elezioni anticipate".

Bondi "Quando Casini invita perentoriamente il Pdl a dare un altro nome o 'in caso contrario lo troverebbe il Quirinale', sono certo che egli pensa, al pari di Fini, di essere un buon politico e di rappresentare il futuro, mentre è vero esattamente il contrario. Sia Casini che Fini, dobbiamo dire finalmente la verità, sono in realtà dei politici modesti: non possiedono una vera saggezza politica, tutta la loro esperienza si è formata all'interno dei partiti, di cui conoscono a perfezione le regole per sopravvivere, senza possedere però alcuna competenza specifica e una conoscenza adeguata della complessità della vita reale". Spiega il coordinatore del Pdl Sandro Bondi. "Un'altra verità che può spiacere me che è inoppugnabile sul piano storico - rileva Bondi - è che sia l'uno che l'altro hanno potuto occupare importanti ruoli istituzionali e di governo grazie al coraggio e alla lungimiranza politica di Berlusconi, che ha sdoganato la destra neo fascista e difeso l'onore della storia della Democrazia Cristiana e dei propri dirigenti e militanti. Per questi motivi credono di rappresentare la buona politica e il futuro, mentre in realtà sono i protagonisti della cattiva politica e di un passato che tenta di soffocare le novità emerse nella vita politica italiana e i risultati positivi del governo". 

Meloni "Non uso mai la categoria del tradimento perché viene abusata parecchio da tutte le parti politiche", ha detto il ministro della Gioventù Giorgia Meloni.  "Il popolo non capisce perché, un governo che ha fatto bene in un periodo di crisi economica debba andare a casa per essere sostituito da uno di sconfitti talmente eterogeneo da non poter governare". Lo ha detto il ministro della Gioventù Giorgia Meloni per la quale l'affluenza a eventi organizzati dal Pdl come l'incontro "Italia, avanti", dimostra "che c'é ancora tanta gente entusiasta ma anche determinata a difendere i valori nei quali crede e per i quali il governo ha lavorato". Guardando al futuro "dobbiamo vedere cosa accade il 14 dicembre in Parlamento: se avremo i numeri per portare avanti questo governo e per dargli la forza di continuare a fare scelte coraggiose, continueremo a governare altrimenti non credo ci sia altra scelta che chiedere al popolo italiano di esprimersi nuovamente per un nuovo governo".

Gelmini Per ciò che accadrà il 14 dicembre "siamo ottimisti perché riteniamo che sicuramente i numeri al Senato ci siano e secondo noi ci saranno anche alla Camera perché siamo convinti che tra i deputati prevarrà il senso di responsabilità".

Poi riferendosi al terzo polo: "Non comprendo in cosa consista, quale sia il leader, Fini, Rutelli, Casini, quale sia il programma e se i valori sono improntati al mondo cattolico o se sono quelli dei radicali". Per il ministro "l'unico collante del terzo polo è l'antiberlusconismo".

 

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