da Milano
I primi esami hanno avuto esiti «abbastanza incoraggianti». Per completarli, Silvio Berlusconi dovrà restare fino a domani all’ospedale San Raffaele di Milano, dove è ricoverato da domenica per il malore che lo ha colpito a Montecatini. «Gli accertamenti richiedono tempo, dobbiamo tenere conto del fatto che il presidente non ha mai tempo di sottoporsi ad accertamenti necessari per un uomo come lui che non si risparmia mai» ha spiegato Alberto Zangrillo, primario della terapia intensiva cardiovascolare. Per questo si è deciso di trattenerlo, «la scelta più corretta dal punto di vista medico». Anche contro la sua volontà.
Il leader di Forza Italia avrebbe preferito tornare a casa, sono stati medici e famigliari a insistere perché restasse altre 48 ore in ospedale. «Farò come volete» ha detto alla fine il Cavaliere, che ieri è stato trasferito dal reparto di terapia intensiva alla stanza del settimo piano del padiglione Q dove era già stato ricoverato in passato per due volte. «Mi sembra di averlo già visto questo posto» avrebbe scherzato. Lì, tra un esame e l’altro, ha lavorato al discorso per il 2 dicembre a Roma, parlando al telefono con gli altri leader della Cdl. Ha ricevuto la visita di famigliari, amici e collaboratori (dalla segretaria Marinella a Niccolò Querci). «Che cosa ho detto per consolarlo? Nulla, era di ottimo umore - racconta Emilio Fede uscendo dopo una visita durata un’ora - Abbiamo diviso un cioccolatino in tre: io, lui e Bonaiuti». Agli amici, Berlusconi ha raccontato di aver gradito i messaggi d’auguri degli avversari politici, a partire da quelli di Romano Prodi e Massimo D’Alema. «È bello - ha detto - quando la polemica lascia spazio alle cose che contano nella vita».
Ci sono poi i messaggi degli estimatori. Da ieri mattina all’ospedale arrivano telefonate, e-mail e fax di incoraggiamento. «Coraggio Silvio, resisti, sei tutti noi» il più ricorrente. «Non dargliela vinta a quei comunisti» ha aggiunto qualcuno. «Rimettiti presto - gli ha scritto una signora - e ricordati di tenere informata la tua mamma». All’ospedale fondato da Don Luigi Verzè, in occasione di un precedente ricovero del Cavaliere, arrivò una signora con una gallina pronta per essere messa in pentola. «Usatela per fargli il brodo» disse. «Stavolta non si è vista, per ora...» sorridono al San Raffaele.
Al piano terra del settore Q sono stati depositati i mazzi di fiori e le scatole di dolci per il paziente del settimo piano. Tra i regali più graditi dal Cavaliere, un ramo con appesi dei cioccolatini al posto dei fiori e un biglietto di incoraggiamento, idea di Sandra Mondaini. Un ammiratore ha cercato per tutto il giorno di consegnare un biglietto al presidente di Forza Italia, venendo puntualmente bloccato e riportato in strada dal servizio di sicurezza. Due guardie del corpo stazionano davanti alla stanza del Cavaliere, protetta da una porta azzurra. Dentro, ci sono due lettini, la televisione, un tavolo con due sedie, il bagno e un armadio a muro bianco. Berlusconi ha ricevuto le visite in tuta. La stanza vicina alla sua è riservata invece alle guardie del corpo.
Il professor Zangrillo ha ribadito ieri che Berlusconi è stato vittima di un «episodio sincopale» dovuto a un calo di pressione arteriosa. «Era particolarmente stressato, sentiva l’evento e il luogo della manifestazione era molto caldo». In questi casi, i pazienti vengono sottoposti almeno a 7-8 esami, uno dei quali dura 24 ore. Per questo era troppo ottimistico pensare a un’uscita dall’ospedale già ieri. Berlusconi è assistito da una équipe di cardiologi di rilevanza internazionale (oltre a Zangrillo, i professori Maseri, Margonato, Pappone e Colombo).
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