Berlusconi malato, da Confindustria va Tremonti

Sul forfeit anche l’ombra di contrasti con i vertici di Viale dell’Astronomia per le critiche subite e l’apertura di credito a Prodi

da Roma

Alla fine Silvio Berlusconi ha dovuto rinunciare. E oggi non sarà a Vicenza per l’atteso intervento al convegno di Confindustria, causa - recita un comunicato di Palazzo Chigi - una «lombosciatalgia acuta che lo costringerà a rimanere a riposo almeno tre giorni».
La notizia arriva qualche minuto prima delle dieci di sera, dopo un’intera giornata in cui il premier avrebbe fatto l’impossibile per rimettersi in forma. Già di prima mattina, infatti, Berlusconi cambia i suoi programmi, rinuncia a rientrare a Roma dove doveva presiedere il Consiglio dei ministri e partecipare a una trasmissione televisiva e si dirige a Milanello. La speranza è che il centro fisioterapico della struttura sportiva, casa del Milan, dove si sottopone a una lunga seduta specialistica, possa alleviare il dolore. Invece niente. A sera, infatti, «il riacutizzarsi del dolore - spiega la nota di Palazzo Chigi - lo ha costretto a rinunciare al convegno con suo vivissimo rammarico». Al suo posto, a parlare alla platea degli industriali, ci sarà il ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
«Colpo della strega» fatale, dunque. Anche se c’è chi fa notare come il premier non abbia affatto gradito le ultime polemiche tra il governo e il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, né gli ha fatto piacere l’accoglienza eccessivamente calorosa riservata dai vertici degli industriali (la platea, in realtà, è stata molto più fredda) a Romano Prodi.
Di certo, a Milanello Berlusconi c’è stato davvero. E per oltre tre ore, durante le quali è stato preso in consegna dal coordinatore sanitario di Milan Lab, Jean Pierre Meesserman. Nel pomeriggio, poi, il premier avrebbe pure limato con attenzione il suo discorso di Vicenza, sentendosi più volte al telefono con Tremonti. Un intervento che nelle intenzioni di Berlusconi doveva essere incentrato sulle «radici comuni» tra lui e la platea degli industriali. Insomma, secondo i suoi collaboratori, sarebbe dovuto essere un discorso da «imprenditore tra gli imprendiotori» («ricordatevi che io sono uno di voi, vengo qui da imprenditore tra gli imprenditori») e non certo di sfida. Chi vota a sinistra - questo il ragionamento di Berlusconi - cerca protezioni, assistenzialismo. La sinistra è il partito dell'Irap, il partito delle tasse e certamente troverete più risposte da me che da loro. Così, l’obiettivo era insistere sull’intenzione di abolire l’Irap, sulla riduzione di un punto l’anno del cuneo fiscale, sulla volontà di abbassare ancora le tasse. Con l’idea di non imperniare il discorso su cifre e tabelle.
L’intervento, però, non ci sarà. Con scontato strascico di polemiche. Perché è già da qualche giorno che qualcuno vociferava su una possibile rinuncia e perché anche l’orario della nota di Palazzo Chigi ha lasciato qualche perplessità. «Una lombosciatalgia diplomatica per evitare il confronto con la platea di Confindustria dopo lo strappo con Montezemolo», ha commentato Pecoraro Scanio.

Mentre Rutelli ha ironizzato: «Gli alleati gli mettono gli spilloni sulla foto ed ecco che cosa succede». Ma Casini ha rimbrottato il leader della Margherita: «Se uno ha la sciatalgia, ha la sciatalgia. Non la auguro a nessuno».

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