Berlusconi: né Fini né Casini saprebbero unire la Cdl

"Devo restare in politica. Sulla legge elettorale il Cavaliere dice: "Noi quattro grandi partiti dovremmo accordarci. Con questo sistema i piccoli hanno un potere di veto che paralizza tutto"

Berlusconi: né Fini né Casini saprebbero unire la Cdl

Milano – È un Berlusconi a tutto campo quello che risponde alle domande di Maria Latella sul settimanale "A". Racconta di avere molti progetti ma di pensare soprattutto alle sorti della sua ultima creatura, la Casa delle libertà: "Devo restare in politica: né Fini né tantomeno Casini saprebbero tenere unita la Cdl. Ho 50 miliardi di euro, talmente tanti che non so come spenderli. Faccio molta beneficenza, e non sarebbe tale se ne parlassi. Ma devo restare in politica". E sulla legge elettorale il Cavaliere dice: "Noi quattro grandi partiti dovremmo accordarci. Con questo sistema, i piccoli hanno un potere di veto che paralizza tutto. Se non ci si mette d'accordo, questo Paese va a rotoli - aggiunge - Ma con chi parlo? Fassino mi fa cadere le braccia, D'Alema è sempre in giro, non si fa mai trovare e dice che quando ero presidente del Consiglio all'estero collezionavo solo gaffes. Con chi parlo? Mi creda, ci vorrebbe qualcuno capace di mettere le palle sul tavolo, uno che dica: 'Facciamo così'. Ma nel centro sinistra dove stanno gli uomini con le palle?".

Quanto alle riforme già varate dal governo di Romano Prodi, il presidente di Forza Italia sottolinea: "Ora Bersani fa le cosiddette liberalizzazioni. Vedremo. A me, quando ero a palazzo Chigi, i miei alleati non hanno fatto fare nulla. C'era sempre il ricatto di far cadere il governo". Il leader azzurro sottolinea di non avercela con Prodi, ma afferma: "È un uomo cattivo, vuol togliere pubblicità a Mediaset e favorire Murdoch, ma in fondo mi fa pena. Circondato da tutti quei partitini... So io quant'è duro governare in quel modo".

Il Cavaliere, intervistato dalla Latella prima che scoppiasse il "caso" delle scuse richieste dalla moglie, ha toccato anche il tema a lui caro degli affetti personali: "Dal punto di vista della famiglia non poteva andarmi meglio. Marina e Piersilvio sono ormai adulti e bravissimi, ho nipotini meravigliosi, i tre figli più piccoli sono cresciuti bene. Se non avessi questo senso di responsabilità, potrei davvero andarmene da qualche parte. Ho avuto quel che volevo dalla vita". Mentre conversava con il direttore di "A" Berlusconi le ha mostrato l'album segreto con le foto della festa per i cinquant'anni della moglie a Marrakech. "Voi giornalisti fareste di tutto per poter avere queste fotografie", ha detto mostrando le immagini che ritraggono, attimo per attimo, l'arrivo di lui travestito da tuareg ("Come vede, non stavo ballando, avevo anzi un'andatura abbastanza ieratica"), un primo piano del tuareg che offre un dono a Veronica, la sorpresa di lei, la commozione, le risate dei figli e delle amiche invitate alla festa. Sono ricordi che Veronica Lario vuole conservare soltanto per sé, per evitare che, più o meno casualmente, finiscano su qualche rotocalco, le ha addirittura comprate. "È una donna speciale", ha affermato Berlusconi, che poi ha aggiunto: "Ha visto come stavo bene vestito da tuareg?".

"Con lei, sono stato proprio fortunato - ha confidato ad A il presidente di Fi - Veronica è stata una passione totale, quando ci siamo conosciuti mi ha fatto perdere la testa. È stata ed è una madre meravigliosa. Non mi ha mai fatto fare una brutta figura, mai. Mentre certe altre mogli di politici...".

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