Berlusconi: nel futuro governo il 30% di donne

Nel rush finale della campagna il premier punterà anche sui giovani

da Roma

Silvio Berlusconi guarda avanti. E dà una sterzata alla sua strategia comunicativa. Dopo settimane passate a ricordare con attenzione quasi maniacale i numeri di quanto fatto dal governo in questi cinque anni di legislatura, il premier decide di concentrarsi sul futuro. E, in un’intervista al programma di comunicazione politica Super partes (in onda questa mattina alle 9.30 su «Canale 5»), promette novità su donne, giovani, famiglia e, soprattutto, sanità.
L’anticipazione del colloquio, pubblicata sul sito internet del Tg5, si apre proprio con la questione della presenza femminile in politica, argomento sul quale il premier era stato piuttosto vago durante il confronto tv con Romano Prodi. «Ho visto le liste di Forza Italia e quelle degli altri partiti - spiega - e ritengo si possa aumentare la loro presenza nel governo del Paese». Insomma, almeno «il 30 per cento» di ministri e sottosegretari saranno donne. E poi la famiglia, con un progetto per far pagare meno tasse a quelle più numerose, e gli anziani («a chi la pensione è stata portata a 551 euro, un milione e 850mila persone, verrà aumentata fino ad 800 euro»). Sul fronte sanitario, il presidente del Consiglio promette che saranno abolite le liste d’attesa in ospedale con un piano ben preciso che «comprende la prenotazione diretta dal medico di base». Se non ci sarà posto in ospedale, spiega, «allora sanità privata» con «tutte le spese a carico del servizio sanitario nazionale». Infine, perché votare ancora centrodestra? «Per le tante cose che dobbiamo ancora fare», dice Berlusconi e perché «l’alternativa non è credibile».
Concetto espresso in maniera ancora più netta in un’intervista al Gazzettino, quotidiano del Nord Est, alla vigilia dell’intervento al convegno di Confindustria (saltato ieri sera a causa di una sciatalgia). Il premier spiega e ripercorre i punti essenziali del programma del centrodestra commentando anche il «discusso» faccia a faccia televisivo con Romano Prodi. Sulla «convinzione» del Professore di avere vinto il match televisivo di martedì sera, Berlusconi replica: «Macché. Tutti i dati in nostro possesso affermano il contrario. La gente che incontro per strada mi incita e mi applaude. Perfino il Corriere che aveva aperto un dibattito via internet è stato costretto ad eliminarlo: i sì a Berlusconi prevalevano». Sul fatto che il faccia a faccia televisivo andato in onda su «RaiUno» potesse andare meglio, il premier spiega: «Mi chiedo se io non sia stato vittima di un errore o di un inganno, mi avevano detto che la conclusione poteva andare oltre i due minuti e invece no. Volevo motivare i miei ragionamenti ma queste regole tagliola mi hanno penalizzato, precludendomi la parte finale del mio intervento che era quella improntata all’ottimismo e incentrata sul futuro». Berlusconi torna anche sul delicato tema dell’Irap che definisce «imposta rapina che tarpa le ali alle imprese, che colpisce gli investimenti e le assunzioni. Noi abbiamo cominciato a ridurla».

Sulla proposta dell’Unione che vuole imbracciare una lotta alla flessibilità e al precariato, il premier risponde: «Il centrosinistra propone un modello contrario alla flessibilità che farebbe calare l’occupazione, gli italiani che oggi lavorano sono 22 milioni e 600mila, un record per la Repubblica».

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