Berlusconi: "Votiamo contro le intercettazioni". E su Prodi: "Il governo cadrà in autunno"

Il leader della Cdl conferma il no all'utilizzo delle conversazioni: "Abbiamo dei principi che restano fermi, indipendentemente da chi è coinvolto. Il sistema di controllo dei telefoni non ha pari nel mondo". Intanto Fassino e D'Alema scrivono al presidente della Giunta: "Estranei ai fatti, sì all'autorizzazione"

Berlusconi: "Votiamo contro 
le intercettazioni". E su Prodi: 
"Il governo cadrà in autunno"

Roma - "Noi riteniamo che non bisogno procedere oltre questo intervento di uno Stato invasivo nella vita privata". No, inoltre ad "uno Stato di polizia fiscale e burocratico". Silvio Berlusconi arriva all’hotel Splendide per partecipare al pranzo con gli europarlamentari di Forza Italia prima delle vacanze estive. L’ex premier torna a parlare del caso Bnl-Unipol e non usa mezzi termini per criticare l’uso delle intercettazioni telefoniche. "Voglio ricordare - dice - che in Italia i cittadini sono sottoposti ad un sistema di controllo dei telefoni che non ha pari in nessuna democrazia del mondo. I controlli che vengono fatti in Italia sono circa 10 volte superiori rispetto a quelli fatti negli Usa, nonostante la popolazione americana sia molto superiore rispetto alla nostra. Ci sembra, quindi, - avverte - che non si possa andare avanti con questo Stato di polizia fiscale e burocratico. Basta con questo Stato che interviene troppo là dove dovrebbe essere estraneo, e invece fa troppo poco laddove dove dovrebbe essere presente per difendere, per esempio, i cittadini dagli attacchi della malavita, della microcriminalità o della criminalità organizzata". "In aula sulle intercettazioni voteremo no". Silvio Berlusconi aveva anticipato nella notte la necessità di negare l’autorizzazione a utilizzare le intercettazioni riguardanti le scalate ad Antonveneta, Unipol e Rcs. Ieri notte l'ex presidente del Consiglio aveva detto ai deputati azzurri: "Noi abbiamo dei principi che restano fermi, che sono sempre quelli, indipendentemente dalle persone che sono coinvolte".

"Il governo? Cadrà in autunno" "Mi auguro che il governo Prodi cada nel prossimo autunno". Lo ha detto Silvio Berlusconi lasciando l’hotel nel quale ha pranzo con gli eurodeputati di Forza Italia. L’ex premier ha sottolineato che "tre cittadini su quattro ritengono che Prodi presto cadrà. L’ultimo sondaggio in materia dimostra infatti che soltanto il 23% degli italiani conserva - ha concluso Berlusconi - la fiducia nel governo".

Cicchitto: "Critica politica, non penale" Sul caso intercettazioni la critica che si fa ai Ds è politica, mentre non dovrebbero emergere questioni penali. Lo dice Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore di Forza Italia, sul "Riformista". Oggi, spiega, a differenza del ’92-’94 si punta "contro il vertice dei Ds, D’Alema e Fassino. L’obiettivo ci sembra chiaro: dare a Veltroni mani totalmente libere in un quadro generale nel quale la dimensione politico-partitica viene totalmente distrutta e subentrano altri soggetti a surrogarla". "Abbiamo fortissimi dubbi che siano ipotizzabili contro Fassino e D’Alema reati penali. Invece quello che emerge dalla lettura delle intercettazioni è una critica di fondo tutta politica. Infatti - prosegue - da esse risulta evidente che per D’Alema e Fassino emerge in modo clamoroso un conflitto di interessi sostanziale e occulto derivante dall’organicità dei rapporti dei Ds con l’Unipol e le cooperative. Alla luce di tutto ciò, emerge l’ipocrisia dei Ds che attaccano Berlusconi per il suo conflitto d’interesse formale e trasparente e invece ne vivono uno altrettanto reale, ma coperto. Ma non riteniamo però per niente accettabile la propagazione mediatica dell’ordinanza della dottoressa Forleo realizzata evidentemente da chi aveva quel testo molto prima che esso venisse spedito ai presidenti di Camera e Senato, e il fatto che quell’ordinanza contenga di fatto già una sentenza contro persone che, tranne un caso, non sono neanche indagate. Noi siamo garantisti a 360 gradi anche nei confronti di D’Alema e Fassino. La contraddizione clamorosa dei dirigenti diessini è che essi sono garantisti a corrente alternata. Essi sono stati ferocemente giustizialisti contro Craxi, Forlani, Berlusconi e molti altri; diventano garantisti oggi che sono in ballo D’Alema, Fassino e il loro partito".

Rotondi: "Tutelare il garantismo" "Voteremo no senza se e senza ma. E un fatto di garantismo e anche di convinzione che i dirigenti diessini non sono coinvolti direttamente nella vicenda". Lo annuncia il segretario della Democrazia cristiana per le autonomie, Gianfranco Rotondi.

Mazzoni (Udc): "Sbagliato anticipare il voto" "L’anticipazione di un voto su una questione così delicata, come quella relativa all’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni, ritengo produca effetti anche più gravi di una presunta anticipazione di sentenza": lo afferma Erminia Mazzoni, capogruppo dell’Udc in commissione Giustizia della Camera. "I parlamentari su queste materie hanno il dovere non solo di essere, ma anche di apparire imparziali e non trasformare le prerogative parlamentari in privilegi".

Matteoli: "Doveroso approfondire la questione" "Che i vertici dei Ds mostrino di essere favorevoli alla concessione dell’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni che li riguardano è positivo, ma le Giunte di Camera e Senato hanno il diritto-dovere di affrontare con il massimo approfondimento la questione". Lo afferma Altero Matteoli, capogruppo di An al Senato. «Essa - prosegue - non riguarda solo i parlamentari di cui trattasi, ma il ruolo che la Costituzione assegna a ciascun parlamentare quale rappresentante popolare. Sono certo, pertanto, che l’esame delle richieste del gip di Milano sarà svolto con il massimo equilibrio, fuori da ogni condizionamento esterno, senza pregiudizi e senza sconti, avendo presente da un lato le esigenze di non bloccare il corso degli accertamenti giudiziari e dall’altro le prerogative dei massimi organi della nostra democrazia".

Gasparri: "Chiarire in sede giudiziaria" "Indipendentemente dalle modalità di acquisizione delle conversazioni telefoniche riguardanti Fassino, D’Alema e Latorre, è indispensabile un chiarimento in sede giudiziaria della vicenda Unipol-Ds. Del resto, gli stessi capi della sinistra si dichiarano favorevoli all’acquisizione delle conversazioni a fini investigativi. Lo scandalo è troppo grosso per essere occultato". Lo afferma Maurizio Gasparri, dell’esecutivo di An.

"È quindi necessario che il parlamento si pronunci rapidamente e favorevolmente. Si può poi lasciare aperta la discussione sulle modalità di azione della magistratura. Ma non si può prescindere da giudizi analoghi riguardanti altre vicende".

 

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