Bernanke al Senato: «La Fed non va depotenziata»

«Come presidente della Fed lei è stato un fallimento». Parole anche dure quelle che ieri, durante l’audizione davanti alla Commissione bancaria del Senato, sono arrivate alle orecchie di Ben Bernanke. È proprio dal Senato che il successore di Alan Greenspan dovrà strappare il consenso per ottenere un secondo mandato alla guida della Banca centrale Usa. Il segretario al Tesoro, Tim Geithner, si è detto convinto della sua riconferma, ma di sicuro la Fed rischia di perdere in un solo colpo potere di vigilanza e indipendenza, stando alle intenzioni del Congresso.
«Sarebbe un errore», ha affermato il banchiere Usa, pronto a difendere l’operato dell’istituto centrale durante la recessione. «L’azione della Fed - ha detto Bernanke - ha sostanzialmente contribuito a un miglioramento delle condizioni finanziarie e a quello che ormai appare a tutti come l’inizio della ripresa sia nell’economia Usa, sia all’estero».

Ora, ha assicura Bernanke, la Fed deve calibrare con attenzione la rimozione delle misure straordinarie. «Il nostro compito non è ancora terminato, soprattutto perché la disoccupazione resta alta e potrebbe rimanere a questi livelli ancora per molto tempo».

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