Bertinotti: «Sui Pacs il Papa sta sbagliando»

La sinistra vuole il ritiro dei soldati ma dall’Irak viene l’invito a restare

Emanuela Fontana

da Roma

Critica il Papa e spera di ricevere il subcomandante Marcos. Senza chiedergli di togliersi il passamontagna. Il neopresidente della Camera Fausto Bertinotti ieri a Porta a Porta è uscito dal ruolo ingessato a cui lo avevano obbligato i primi impegni istituzionali a Montecitorio. Il Papa sbaglia, dice, e manda un messaggio al leader della guerriglia zapatista, ora impegnato nell’«altra campagna» per smontare la politica in vista delle elezioni in Messico. Gli piacerebbe incontrarlo con il suo cappuccio, magari non alla Camera per comprensibili motivi protocollari.
Con la proverbiale cortesia nel parlare, Bertinotti non ha dunque evitato di criticare Benedetto XVI su un tema che gli sta molto a cuore e che, ammette, non è nemmeno nel programma del governo Prodi: i Pacs, le unioni di fatto tra coppie indipendentemente dal loro sesso. Papa Ratzinger giovedì scorso aveva invitato a perseguire solo l’amore tra uomo e donna che confluisce nel matrimonio e aveva avvisato di «non fare confusione» con altre forme di unioni più deboli. È un pensiero sbagliato, ha criticato quindi ieri Bertinotti: «La reazione del Pontefice è sbagliata perché restauratrice - ha chiarito il leader di Rifondazione a Bruno Vespa - non vede che le unioni di fatto sono un arricchimento di quei valori che il Papa teme che la modernizzazione possa distruggere. Dovrebbe essere invece attento a questi valori».
Bertinotti ha preso le distanze da Benedetto XVI ma chiarendo il massimo rispetto per la sua autorità: «Per me le preoccupazioni del Pontefice sono sempre degne di rispetto - ha premesso - anche se non le condivido. Se il Papa dice una cosa reiterandola, io cerco di capire quello che non condivido. Il papa è preoccupato non per la famiglia, ma per la preoccupazione che investe il mondo, perché teme che possa aggredire le radici profonde di questa civiltà. La modernizzazione che io chiamo globalizzazione».
Su questo aspetto Bertinotti dice di condividere le preoccupazioni del Papa: «Anch’io ho criticato la globalizzazione ma i valori delle unioni civili sono un arricchimento, ripeto, di quei valori che il Pontefice vuole difendere».
Eppure il leader di Rifondazione e neopresidente della Camera difende qualcosa che Romano Prodi, scrivendo il programma, non ha neanche preso in considerazione. È lo stesso Bertinotti a spiegarlo: «Nell’accordo programmatico di governo dell’Unione, onestamente, i Pacs non ci sono». Si dice «dispiaciuto per questo arretramento». Nonostante la reticenza del programma, Franco Grillini dei Ds ha già depositato ala Camera la proposta di legge per l’istituzione dei Pacs, sul modello di quella presentata nella scorsa legislatura. Nel programma in realtà c’è «un compromesso», e cioè, spiega Bertinotti, «si è introdotto il riconoscimento, invece, dei diritti e delle prerogative delle persone che fanno parte delle unioni di fatto. So bene che, purtroppo, non è la stessa cosa, ma rivendico che si sia definito che cosa siano le unioni di fatto, ovvero che sono indipendenti dal sesso di chi le compone e dai loro orientamenti sessuali e che come elemento qualificante dell’unione valgono la stabilità e l’investimento affettivo e sentimentale prodotto».
Nessun pregiudizio morale sul sesso e neanche ideologico sui guerriglieri. Alla domanda se riceverebbe Marcos, Bertinotti risponde: «Mi piacerebbe farlo ma non so se le regole mi consentirebbero di incontrarlo alla Camera o se invece dovrei uscire fuori. Incontrerei Marcos anche con il passamontagna perché so che il suo nascondersi è un valore simbolico in quanto anche la parola “subcomandante” dimostra che la “comandancia” sono le donne e gli uomini con cui lui si batte».


Il passamontagna non sarebbe un problema, «perché so che rappresenta una moltitudine di persone», dice Bertinotti del leader «insurgente» del Chiapas, che incontrò nel ’97 in Messico con una delegazione di Rifondazione.

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