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Bertolaso attacca: «Mai avuto case a Montecarlo o all’estero»

RomaNon ci sono ville segrete a Montecarlo o in Costa Azzurra. Ci sono invece dei «piromani» che spargono veleno e calunnie appiccando «incendi dolosi» dai quali è difficile proteggersi.
Guido Bertolaso respinge le nuove accuse a suo carico trapelate sui giornali e rilancia, promettendo un numero record di querele per diffamazione, che per il momento sono già arrivate a venti. Non solo. Il capo della Protezione civile non esclude di chiedere il trasferimento dell’inchiesta di Perugia alla Procura di Roma per la parte che lo riguarda. La «macelleria mediatica», così la definisce lo stesso Bertolaso, non si ferma ed è inevitabile chiedersi da dove filtrino queste notizie.
«È chiaro che se ogni giorno assistiamo a delle fughe di notizie, tra l’altro false, si tratta di capire dove queste notizie vengono raccolte», dice. Ma se viene minata la fiducia nei magistrati, prosegue, «uno potrebbe anche chiedere di esser gestito dalla Procura competente, che come è noto nel mio caso non è certamente Perugia perché io con il magistrato Achille Toro non ho nulla a che vedere».
Bertolaso che deve difendersi su più fronti si dice preoccupato soprattutto per la sua famiglia sottoposta a un fuoco di fila di notizie infamanti. «Nei prossimi giorni leggeremo che spacciamo droga, che ci piace molestare i bambini e che sprechiamo i soldi dell’Abruzzo in qualche casinò di Las Vegas», sbotta aggiungendo però di dirsi certo che alla fine tutto sarà chiarito anche perché «posso contare sull’appoggio dei cittadini e sul governo che guida il paese».
Dunque nessuna casa all’estero, assicura: «Non ho mai avuto né la proprietà né la disponibilità di alcun immobile all’estero né tanto meno in Costa Azzurra o a Montecarlo - sostiene Bertolaso -. Le mie proprietà immobiliari sono facilmente deducibili dalla consultazione della denuncia dei redditi già resa pubblica e ampiamente raccontata da tutti gli organi di stampa».
L’uomo delle emergenze poi si dice assolutamente a posto con la coscienza anche per quanto riguarda l’inchiesta aperta dalla Procura dell’Aquila sui membri della commissione Grandi rischi che non avrebbero allertato in modo adeguato la popolazione. «Anche quelle accuse saranno tranquillamente smentite e demolite in modo molto rapido - dice -. Si sta cercando di infangare la Protezione civile».
Nessuna preoccupazione poi rispetto al trattamento che potrebbero riservargli all’Aquila, nonostante l’allarme lanciato dal premier Silvio Berlusconi che si era detto preoccupato per il clima di risentimento che si potrebbe creare con l’apertura dell’inchiesta nei confronti degli uomini di Bertolaso.
«Io continuerò ad andare all’Aquila dove nessuno mi vuole menare - assicura -. Berlusconi come tutti i buoni padri di famiglia è preoccupato che ci possano essere delle reazioni negative di fronte a queste accuse che non rispondono al vero».


Proprio due giorni fa Bertolaso si è recato in Abruzzo ed in quella occasione, sottolinea, «sono stato salutato e applaudito, non mi pare ci sia animosità nei miei confronti».

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