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Bettini all’Amstel corre anche contro i veleni

«Caso Basso? Così il direttore del Tour fa del male al ciclismo. Riccò? Porti più rispetto ai colleghi»

Basta muri, basta pavé, tornano le strade levigate d’asfalto e battute dal vento. Cambiano gli scenari, ma le polemiche sono sempre all’ordine del giorno. Si fatica a parlare di corse e competizioni e questo è un po’ il cruccio di Paolo Bettini, campione del mondo in carica, che torna oggi alle corse sulle strade d’Olanda dove si corre la corsa della birra, l’«Amstel Gold Race», che manca alla speciale collezione dell’iridato.
«Le esternazioni del direttore del Tour non giovano certamente al ciclismo – ha detto ieri Bettini -. Io non entro nel merito della questione, non so se sia giusto o meno lasciare a casa Basso e compagnia solo sulla base di sospetti o quant’altro, anche perché mi sembra una vicenda ormai estremamente intricata e di difficile comprensione. Una cosa però mi sento di dirla: certe cose andrebbero fatte e dette lontano dalle competizioni. Così si fa solo male al movimento e a quanti dovrebbero garantire un po’ di spettacolo: noi corridori». A proposito, il numero uno del ciclismo mondiale, Pat McQuaid ha puntualizzato che nessuno può impedire di correre ai ciclisti coinvolti nell’Operacion Puerto.
Poi Bettini passa a parlare della corsa, del nuovo assalto all’Amstel. «Sono arrivato un paio di volte molto vicino a vincerla – spiega l’iridato, terzo nel 2004 e ottavo un anno fa – e spero che quest’anno sia la volta buona anche se la condizione c’è ma non è buonissima. I miei favoriti? Di Luca, Rebellin e Valverde su tutti. Poi metterei Schleck e gli olandesi ad incominciare da Boogerd».
Bettini torna alle corse dopo il Fiandre di Ballan. Torna per prepararsi al rush finale: nel mirino c’è la Freccia (mercoledì) e soprattutto la Liegi, domenica prossima. «Per la Liegi dovrei essere a posto: inseguo il tris. Non ho però voglia di fare tanti proclami. Io sono abituato a pedalare e a fare sulla strada quello che ho nel cuore e nella mente. Io ho rispetto dei miei avversari...».
E qui Bettini si toglie il sassolino che da tempo ha nella scarpa (prima della Sanremo), quando il giovane Riccardo Riccò aveva definito molti suoi colleghi «dei vegetali».
«Non mi è piaciuto per niente – dice -. Capisco che sia giovane e abbia voglia di emergere, ma si dà il caso che questi vegetali si fanno il mazzo tutti i santi giorni e meritano più rispetto». Riccardo Riccò, che come suo costume ha assicurato spettacolo anche oggi, replica prontamente: «Sto sulle scatole? Bene: significa che mi temono».
Il via da Maastricht, arrivo sul Cauberg. Trentuno saranno gli strappi da affrontare in 252 km.

In tv: diretta su Raitre dalle ore 15.10 e su Eurosport dalle 15.

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