Bianca Guaccero: «Non vi farò rimpiangere Marisa Allasio»

Roma Non ha difficoltà ad ammetterlo. «È nostalgia. Ma una bella nostalgia: costruttiva». Nostalgia per anni in cui tutto pareva più sano. Roma, i giovani, l’amore. Anche se, a ben vedere, dietro il gran ritorno di Poveri ma belli - musical tratto dall’omonimo film di Dino Risi, che mercoledì debutta al Sistina di Roma, con Bianca Guaccero e la regia di Massimo Ranieri - non c’è solo la nostalgia per gli anni 50. Ma per un modo di fare musical anch’esso da età dell'oro. Così 20 ballerini, 280 costumi, un'orchestra di 80 elementi, scenografie multiple, 32 canzoni originali (firmate Gianni Togni) promettono profumo d’altri tempi. «In questa storia incantevole - dice Ranieri - quel che colpisce è proprio la leggerezza. Poveri ma belli racconta sentimenti semplici e puri; gioia e divertimento senza volgarità. La leggerezza della vita, insomma». Ma attenzione, avverte Ranieri (al debutto nella regia della commedia musicale): «abbiamo trattato la trama originale con molta libertà. Il capolavoro di Risi è una perla rara: non potevamo replicarla». Ecco allora che accanto ai personaggi noti - la Guaccero interpreta Giovanna, che nel film era Marisa Allasio - ce ne sono anche di nuovi. Come un ragazzetto gay, tale Leonetto. E, in generale, c’è uno spettacolone che, «pur ispirato ai classici del genere, non vuol essere revival», spiega Ranieri. Così la Roma anni 50 ci sarà tutta - Trastevere, piazza Navona, San Giovanni - ma disegnata in bianco e nero dallo scenografo Marco Calzavara, su pannelli mobili sui quali esploderano i coloratissimi balletti coreografati da Franco Miseria. Quanto alla musica, «Gianni Togni ha scritto 32 brani che recuperano tutti i ballabili più in voga dell’epoca: dal mambo al cha-cha-cha; dal rock alla samba». Al centro della scena la Guaccero. Simile e diversa assieme dall’icona Allasio. «Dell'originale cercherò di recuperare esuberanza, gioia di vivere, sensualità senza malizia - dice la Guaccero -; e quel modo tutto speciale che il personaggio ha di giocare cogli uomini senza ferirli davvero. Di mio, invece, ci metterò la mia storia personale.

Anch’io come Giovanna un giorno sono arrivata a Roma, sola, senza conoscere nessuno, senza altro che la mia valigia». Non vuole imitare l’originale, dice: «Sarei pazza solo a pensarlo. Voglio, invece, cercare di non farlo troppo rimpiangere».

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