Bicocca, ostello a fuoco Evacuati 263 studenti

Paura all’università: sei in ospedale per intossicazione. C’è chi accusa: «Troppo basso l’allarme antincendio». La replica: «Collaudo regolare»

«Hanno detto che è stata una candela. Ma sì, qualcuno l’ha dimenticata accesa e a quel punto..». Il passaparola è veloce, le frasi restano sospese come se le ulteriori precisazioni fossero inutili, quasi scontate. E allora c’è chi soffoca una risata, chi scuote la testa come a voler dire: «Ma tutta sta confusione per una candela?». Qualcuno lo dichiara proprio, senza mezzi termini: «Ma vogliamo parlare di quella stordita che l’ha lasciata accesa? Figurati! Perché è stata una donna, chi poteva essere?». E un coro di «oooh!!» di proteste femminili si leva dalla giovane folla.
Eppure è andata proprio così, ieri mattina, in via Vizzola 5, in una residenza dell’università Bicocca, un palazzone moderno di undici piani, tutto vetri e pietra rossa. Una candela profumata dimenticata accesa sul comodino da una studentessa spagnola di 22 anni ha causato un incendio nel suo appartamento al sesto piano che adesso, insieme ai due adiacenti - il quinto e il settimo - resta inagibile.
Erano le 9.50 di ieri mattina quando i vigili sono intervenuti nell’edificio «U12» e, dopo interminabili operazioni di spegnimento, il bilancio del fatto la dice lunga: 263 studenti evacuati per precauzione (praticamente tutti i residenti dello stabile) e radunati in strada al sole visto che la giornata di ieri ha concesso ai milanesi un sole bellissimo e una temperatura niente male vista la stagione. Vietato farsi ingannare dai grandi numeri, però. Infatti agli studenti non è successo niente di grave: solo otto dei giovani evacuati sono stati colti da un principio d’intossicazione e per loro i medici del 118 intervenuti sul posto hanno ritenuto opportuno ricorrere a una visita ospedaliera, al pronto soccorso degli ospedali Niguarda e Bassini. Si è trattato comunque per tutti di un brevissimo transito in ospedale e non c’è stato alcun ricovero: sei di questi ragazzi sono stati dimessi subito dopo i controlli mentre gli altri due sono usciti nel pomeriggio.
Quando l’allarme è rientrato, intorno alle 14.45, e tutti quanti (studenti residenti al quinto, al sesto e al settimo piano esclusi, naturalmente) sono potuti rientrare nei loro alloggi l’università ha diffuso un comunicato nel quale ha precisato che tutti gli studenti sono stati dimessi, che lo stabile, gestito dall’Isu (l’Università degli studi di Milano) non ha subito danni gravi e che «il collaudo è stato regolarmente effettuato».
Non tutti però si erano completamente tranquillizzati. I ragazzi evacuati dai piani rimasti inagibili, ad esempio. Che ancora ricordano il fumo nero che ha invaso le stanze.

«Non tanto da restare intossicati, certo - racconta Enrico, 20 anni - ma solo perché ce ne siamo accorti in tempo e tutto è filato liscio...Il rumore dell’allarme antincendio era bassissimo, c’è stato anche chi non l’ha sentito... Non voglio pensare a quello che sarebbe potuto succedere se le fiamme ci avessero colti nel sonno».

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