In clima di esame, in tempo di ripassi notturni e disperatissimi e di rincorsa al bigino cè un modo tutto nuovo e indolore per riassaporare perfino il tomo uno e trino della Commedia. Dante, tutto Dante: eppure Benigni non centra questa volta.
Il merito è semmai dellUmanitaria 8 che, per il terzo anno, propone,fino al 26 luglio, Dante 100 x 100 (dalla misura delle tavole), una mostra di quadri, che incuriosirebbe anche il sommo Poeta: il suo Paradiso, sua ultima e più complessa fatica, è già ricca di immagini e simbolismi. Se poi a trasporla in quadri sono stati invitati 33 artisti cui è stata commissionata non unopera a tema libero bensì una creazione ad hoc basata su una terzina di Dante, allora anche Dante sarebbe felice dei suoi nuovi «maestri ed autori». Liniziativa, ospitata nei chiostri di via Daverio che fra laltro conciliano perfettamente il raccoglimento necessario a fruire meglio dei versi, è organizzata dalla cooperativa Il Raccolto: in prima fila Francesco Oppi a selezionare e contattare gli artisti cui affidare il compitino. «La gloria di colui che tutto move per luniverso penetra e risplende», il primo Canto del Paradiso è affidato al milanese Lorenzo Perrone che ha plasmato nelle pagine di un libro il profilo delicato di Beatrice che «tutta nelleterne rote fissa con gli occhi stava». E fin qui un cenno alla musa ispiratrice della Commedia non poteva mancare. Vai però a mettere in pastello e fantasia le complicate terzine con cui Dante affronta la teoria delle macchie lunari: spauracchio per ogni studente, arma di tortura del docente più pignolo, nellopera di Carlo Montesi oltre a «ciò che per fede non dimostrato, ma fia per se noto» cè posto anche per la «piccioletta barca», limmagine con cui si apre il secondo canto. Dante sa che la materia del suo ragionare si fa più ardua e invita i lettori, immaginati a bordo di unimbarcazione che potrebbe perdersi nel «pelago» impetuoso delle teorie filosofiche, a seguirlo nonostante la difficoltà dei ragionamenti. Le terzine di Dante sembrano sciogliersi e stemperarsi nei colori dei suoi interpreti: così accade anche per i mille dubbi di Dante che trovano icastica rappresentazione nella tavola di Gioxe De Micheli, interprete del settimo canto, quello dove si analizza il peccato di Adamo e le sue conseguenze.
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