Se lè cavata con qualche sbucciatura come fosse caduta dalla bicicletta o inciampata per la strada. Invece ha fatto un volo di almeno sei-sette metri, scivolando giù dal balcone del secondo piano della casa (nella foto) dove abita con i genitori, al Villaggio Barona. Paura, quella sì, e tanta deve averne avuta Faustina, una piccolina di 4 anni appena arrivata col papà dal Camerun per ricongiungersi finalmente con la sua mamma. È a Milano da qualche mese. Solo ora la mamma era riuscita ad avere tutte le carte in regola per riavere con sé il marito e la sua bambina. Lei lavora qui già da tempo. Un giorno dietro laltro. Prima da sola ora con la sua famiglia riunita. Una felicità che sarebbe potuta durare poco. Si dice che quando i bambini cadono cè qualche angelo che li guarda. Per questo a volte fanno delle cadute spaventose, ma non si fanno troppo male. Quello di Faustina ieri deve avere chiamato anche i rinforzi per far sì che la breve felicità appena raggiunta da quella famiglia non finisse in un attimo. In quel preciso istante in cui Faustina, lasciata da sola in casa si è sentita troppo sola tra quelle stanze, per non fare qualcosa. E cioè prendere una sedia, avvicinarla alla finestra e guardare lì sotto dovera la sua tata, dove stava andando, forse eccola là, se mi sporgo ancora un po di più forse la vedo... Una «cosa» che tutti i genitori temono. Anche quelli di Faustina cè da giurarci. Mamma e papà erano usciti per andare a lavorare. Hanno lasciato la bimba ad una loro amica, una del loro paese. Una donna di cui si fidavano. Sono tutti brava gente. Gente che tutte le domeniche va in parrocchia. Gente che si dà una mano, che lavora per tirare su quel che serve per vivere.
Ma la tata chissà perché non ha pensato che quella «cosa» sarebbe potuta succedere. Faccio in fretta si sarà detta tra sé e sé. Giusto il tempo di scendere, comprare la ricarica del cellulare e sarò di nuovo qui. Ha chiuso la porta a chiave ed è scesa. Un attimo. Ma per questa «cosa» un attimo che poi diventano due sono più che sufficienti. Faustina si è avvicinata alla finestra ed è caduta di sotto, nel cortile in mezzo alle case che la Fondazione Cassoni ha trasformato in housing sociale e offre a chi ne ha bisogno. I soccorsi sono arrivati in fretta. Prima il 118, poi i carabinieri, la mamma, il papà, la tata, il quartiere. Fasutina era viva. Un miracolo, come lo chiama il parroco. Ed era anche reattiva agli stimoli, da subito. Un miracolo, si saranno ripetuti i medici.
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