La bimba candidata all’Oscar: «Sono una star ma senza fidanzato»

Abigail Breslin, 12 anni, racconta il suo ultimo film accanto a Cameron Diaz

da Giffoni Valle Piana (Salerno)

Chissà quanti, qui al festival di Giffoni, tra i 2.205 piccoli giurati amanti del cinema e provenienti da tutto il mondo, saranno stati solleticati dall’invidia. Hai voglia di ascoltare mamma e papà che cercano d’insegnarti a non provarlo quando ti trovi di fronte la dodicenne Abigail Breslin piombata al festival scortata con tanto di bodyguard, come una vera diva e con i genitori che gestiscono la sua giornata proprio come una star: la mattina in yacht dall’albergo di Amalfi a Salerno, auto blu per Giffoni, interviste, televisioni e incontro con i ragazzi, bagno di folla, consegna del Premio Truffaut.
D’altro canto Abigail, nata a New York il 14 aprile del 1996, stella lo è già da tempo: inizia a recitare a 3 anni negli spot, nel 2002 debutta al cinema con Mel Gibson in Signs di M. Night Shyamalan, a seguire serie tv di grande successo come Ghost Whisperer e Grey’s Anatomy. Recentemente l’abbiamo vista accanto a Jodie Foster (altra bambina prodigio) in Alla ricerca dell'isola di Nim e in questi giorni ha appena finito le riprese di My Sister’s Keeper di Nick Cassavetes al fianco di Cameron Diaz. Ma è nel 2006 con Little Miss Sunshine che Abigail esplode, guadagnandosi pure la nomination agli Oscar ad appena dieci anni, un record che condivide con altri quattro bambini nella storia del cinema: Tatum O’Neal (Papermoon), Mary Badham (Il buio oltre la siepe), Quinn Cummings (Goodbye amore mio), Justin Henry (Kramer contro Kramer). Per la critica il suo ruolo di aspirante reginetta di bellezza alle prese con una famiglia a dir poco sconclusionata è «il motore che porta avanti tutto il film», mentre gli attori protagonisti la definiscono «una vera professionista».
Per tutti gli altri qui a Giffoni invece è quello che veramente è: una normalissima dodicenne che oltre al cinema sogna di diventare veterinaria, non bella ma dagli splendidi occhi azzurri, con lo smalto come usa oggi di un rosso diverso per ogni dita dei piedi e delle mani, un ordinario vestitino floreale e molta, molta, timidezza. D’altro canto come biasimarla? Cosa dovrebbe fare una bambina davanti a un plotoncino di giornalisti che le chiede come va la sua vita privata («ma che ce l’hai il boyfriend?») quando a pochi metri c’è tuo fratellino (anche lui un baby attore), tua madre e tuo padre? Normalmente imbarazzarsi. Cosa che giustamente fa anche lei, cambiando il colore del volto quasi a seguire le tonalità dello smalto dei piedi. Biascica qualche parola (perché forse il ragazzo ce l’ha ma non sa come dirlo di fronte ai genitori), e alla fine trova la via di fuga con un innocente: «Ma ho solo 12 anni».

Non contento, un giornalista le chiede se le è mai capitato, interpretando un film, di ritrovare qualcosa della sua vita. E lei: «Uhm, domanda difficile. Posso dire che ho una tartaruga e in un film ho interpretato una ragazza che ne aveva una». Assolutamente geniale.

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