Milano - «Non abbiamo altre casseforti, però potete prendere tutti i miei giocattoli, anche se sono un po’ vecchi». È stata con ogni probabilità questa frase - pronunciata col candore e l’innocenza tipici di una bambina di otto anni - a convincere i malviventi, che si erano introdotti nella sua villetta e avevano immobilizzato il padre e la madre, a desistere dal loro tentativo di rapina e a scappare con il bottino racimolato fino a quel momento: gioielli e orologi di marca per un valore di circa 60mila euro.
Sono circa le 23.30 della notte di sabato scorso quando Roberto Zecca, odontotecnico di 47 anni ed ex pilota di Formula 2, esce dalla propria villetta di Parabiago - centro alle porte di Milano - per buttare l’immondizia nei vicini cassonetti. Qui viene improvvisamente accerchiato da quattro uomini con il volto coperto da caschi integrali che, sotto la minaccia di una pistola, lo costringono a entrare nel garage della casa. Una volta nell’abitazione i quattro malviventi intimano all’uomo di consegnar loro tutti i preziosi in suo possesso. È a questo punto che Zecca, intimorito dalle intenzioni dei quattro che l’avevano colpito con un violento pugno in pieno volto, conduce i rapinatori fino al suo studio al piano rialzato dove consegna loro un orologio custodito in una delle due cassette di sicurezza dell’abitazione.
Nel frattempo, due rapinatori salgono nella camera da letto dell’odontotecnico dove stanno dormendo la moglie e la figlia di Zecca e, dopo averle immobilizzate, intimano di farsi aprire una seconda cassaforte da dove asportano diversi gioielli. Non paghi del bottino racimolato fino a quel momento, proseguono per diversi minuti a rovistare nella casa, alla ricerca di una terza cassaforte.
«Si erano innervositi perché cercavano una terza cassaforte inesistente dove contavano di trovare danaro contante che non abbiamo mai in casa – racconta Roberto Zecca -. A un certo punto mia figlia, ingenuamente e nonostante le minacce, ha offerto agli sconosciuti i suoi risparmi dicendosi pronta ad aggiungervi anche tutti i suoi giocattoli, “anche se alcuni sono vecchi”. Forse pensava che i malviventi avessero figli e che potessero portar loro un regalo».
Ed è così che la piccola diventa l’inconsapevole chiave di volta di una rapina che sta prendendo una brutta piega. Il gesto spontaneo della bimba, infatti, spiazza i quattro banditi che, secondo il racconto di Zecca, si guardano in faccia con fare alquanto stranito e dubbiosi sul da farsi. «Subito dopo hanno ricevuto una telefonata, forse da qualche complice, - prosegue l’ex pilota - così hanno posto fine all’irruzione effettuata mezz’ora prima. Ci hanno legati con delle lenzuola e rinchiusi in un locale, finché nostra figlia non è riuscita a liberarci».
Ora sulla rapina stanno indagando i Carabinieri di Legnano, i quali non escludono possa essere stata architettata da qualcuno che conosceva molto bene Zecca e, soprattutto, l’interno della sua lussuosa abitazione. «Quello che più mi ha colpito - conclude il malcapitato - è stato il fatto che sembrava che i quattro rapinatori sapessero tutto di me, eppure abitiamo in questa casa da non più di un mese.
Da come parlavano, comunque, non erano sicuramente italiani: avevano piuttosto un accento dei Paesi dell’Est». Non è escluso che i malviventi si siano potuti avvalere di qualche basista che conosce molto bene le abitudini di Zecca e che potrebbe aver lavorato alla costruzione della villetta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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