Ma davvero Milano è brutta? Santo cielo, quanti difetti ha questa città! Bisognerà proprio provvedere a elencarli e analizzarli. Eppure a noi piace così comè, ne siamo addirittura innamorati. Piace, per esempio, la sua signorilità architettonica, piace la sobrietà e lasciuttezza urbanistica (periferie a parte, si capisce), piacciono tanto quei cortili in vecchi palazzi del centro che nascondono giardini inimmaginabili in città più belle e vistose. Ora ci si è messo anche Galli della Loggia, trasferitosi a Milano per occupare la cattedra del San Raffaele chè stata di Cacciari, a esibirsi in denigrazioni. «Milano - dice - non riesce a sviluppare un uso pubblico della cultura perché manca la capacità di organizzare modalità e luoghi di vita piacevole». Cioè: Milano è anche incolta, oltre che brutta.
Caro Galli della Loggia, aspetti un po prima di esprimere giudizi. Vedrà, col tempo si ricrederà. È capitato già a molti. Qualche nome? Boccioni, Govoni, Rebora, Ungaretti, Saba, Quasimodo, Vigolo, Zavattini, Solmi, Montale e via dicendo. Dice Vigolo in una sua poesia: «Mi piace il rigido cielo grigio/come un liquore forte,/unacquavite che morde,/che punge la mia/romantica fantasia». Ecco, vede, dove la sta la bellezza di questa brutta città? Imparerà ad amarla anche lei.
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Il Prefetto di Milano ci meraviglia sempre più con la signorilità e la grande civiltà dei suoi modi. Alla festa della Repubblica ha voluto ricordare Enzo Baldoni, il giornalista ucciso in Irak e la giovane Clementina Cantoni, sequestrata in Afghanistan. È un fatto che va rimarcato perché, per esempio, la Milano politica e faziosa (delle fazioni, proprio così) a questultima ragazza, politicamente agnostica, ha dedicato poca attenzione. Cè da vergognarsene un po.
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Dice una signora che ci vive dentro: «La moda è il motore di Milano». A suo parere, però, la città non la sostiene con attività culturali. La signora ci permetta una domanda: tutte queste imprese delleleganza, che hanno conti faraonici in banca, quali attività culturali sostengono?
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