Blair va in soccorso all’amico-rivale: «Brown è un leader»

L’ex premier britannico Tony Blair torna in campo per sostenere la campagna elettorale del Labour, e lo fa elogiando l’amico-rivale di una vita, Gordon Brown, per la sua leadership nell’indirizzare il Paese sulla via della ripresa dalla recessione. E galvanizza i suoi dicendo che la battaglia per la vittoria elettorale è difficile, ma ancora aperta.
Parlando nel suo ex collegio elettorale di Sedgefield, con un centinaio di attivisti laburisti e decine di giornalisti ad ascoltarlo, l’ex leader, che finora non aveva preso parte alla contesa elettorale, si è detto «ottimista» sul futuro della Gran Bretagna se l’attuale premier sarà confermato a Downing Street nelle elezioni che dovrebbero tenersi i primi dieci giorni di maggio. Con la consueta capacità oratoria, abbronzato, disteso e sicuro di sé, Blair ha attaccato i conservatori di David Cameron: «Il suo slogan tempo di cambiare è il più vuoto di tutta la politica. Cambiamento verso cosa? E questa domanda è precisamente il motivo per il quale un’elezione che sembrava certa a molti, ora è fortemente contesa». Per l’ex premier, i conservatori hanno soltanto «politiche confuse» in tutti i settori.
Al contrario, ha sottolineato, Brown e il cancelliere dello Scacchiere Alistair Darling, «si sono attivati per consentire al Paese di andare avanti, ma la decisione di agire aveva bisogno di esperienza, capacità di giudizio e coraggio. C’era bisogno di leadership, Gordon l’ha fornita».
Da settimane si diceva dell’imminente discesa di Blair nell’arena della campagna elettorale e la decisione di riportare l’attuale inviato del Quartetto in medio oriente sulla scena politica nazionale sarebbe maturata in lunghe conversazioni tra Blair e lo stesso Brown, che alla fine ha valutato la presenza del suo predecessore come più utile che dannosa. Era dal 2007, quando lasciò Downing Street, che Blair non teneva un discorso sulla politica interna.
Poco dopo la fine del breve intervento di Blair, Brown ha commentato: «Saluto l’ingresso in campagna elettorale di Tony Blair, che ha detto come ci sia un vero pericolo, un vero rischio, rappresentato dal partito conservatore. Chiedo alla gente di ripensare al Labour, e di guardare con attenzione ai rischi e ai pericoli dei conservatori, a quello che faranno alle famiglie normali del nostro Paese. La scelta è tra chi vuole sostenere la ripresa e i conservatori, che la distruggeranno».
Blair, al di là della sua formidabile abilità di oratore politico, resta figura controversa: la sua scelta di andare alla guerra in Irak lo segue sempre come un fantasma, e i conservatori hanno rilanciato i dubbi sulla sua situazione fiscale.

Blair, oratore tra i più pagati al mondo, ha numerosi e ricchi contratti di consulenza con aziende straniere, e secondo l’opposizione si fa pagare «attraverso una rete di società, alcune delle quali non hanno conti pubblici, e alcune delle quali hanno il permesso di svolgere operazioni offshore».

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