Milano - Oltre cinquecento poliziotti hanno lavorato ad una vasta operazione antiterrorismo condotta nel Nord Italia dalle questure di Milano, Padova e
Torino. Tra gli
obiettivi c'erano anche una casa dell'ex premier, Silvio Berlusconi, in pieno centro a Milano, la sede dell'Eni, a San Donato Milanese, quella di Mediaset e Sky a Cologno Monzese e la redazione del quotidiano "Libero". Anche il giuslavorista Pietro Ichino, "ritenuto responsabile di situazioni di nocività" nelle
fabbriche, figurava nella lista degli obiettivi.
Quindici
persone arrestate, tutti ritenuti dagli inquirenti militanti di un'organizzazione vicina alle nuove Brigate
Rosse, la cosiddetta seconda posizione, settanta gli indagati. I militanti sono accusati, tra l'altro, di associazione sovversiva e banda armata. Il ministro dell'Interno Giuliano Amato ha commentato così il risultato dell'operazione: "Probabilmente questa volta siamo riusciti a prevenire un attentato brigatista". Il pm Ilda Bocassini: "Abbiamo deciso di intervenire ora perché alcune azioni stavano per entrare in
fase operativa, tra queste un attentato a un quotidiano nazionale con sede a Milano previsto
per Pasqua. C'erano poi altre azioni per finanziarsi, compreso un sequestro di persona".
"Prigioniero politico" Tra le persone
arrestate nell' operazione antiterrorismo c'è anche Alfredo Davanzo, 49 anni, ritenuto
uno dei capofila di "Seconda posizione", già condannato nell'82 a dieci anni di carcere per rapina a mano armata, che si è dichiarato prigioniero politico, secondo quanto ha riferito il pm Bocassini. Era stato fermato il 20 gennaio '98 a Parigi su richiesta della magistratura italiana, e rimesso in
libertà qualche giorno dopo dalla Corte d'Appello della capitale francese. Considerato dagli inquirenti "l'ideologo", è stato arrestato in un villaggio di montagna nel
cuore della Carnia. Era rientrato in
Italia, in clandestinità, nell' ottobre scorso. Da allora
abitava in un appartamento spoglio, senza riscaldamento, con un
computer come unico contatto con il mondo.
Spunta anche il nome di Bruno Ghirardi, ex esponente dei Colp (Comunisti organizzati per la liberazione del proletariato), organizzazione che operò in Italia e in Francia attraverso l'alleanza con Action Directe negli anni '80, tra gli arresti eseguiti oggi nell'operazione contro il terrorismo. Ghirardi era stato condannato a 23 anni nel 1984. Tra i destinatari dell'ordinanza cautelare in carcere firmata dal gip Salvini ci sono anche sette sindacalisti della Cgil.
Tutti gli arrestati Oltre a Bruno Ghirardi e Alfredo Davanzo, questi sono gli arrestati
nell'operazione antiterrorismo: Davide Bortolato, 36 anni, Amarilli
Caprio, 26 anni, Massimiliano Gaeta, 31, Claudio Latino, 49,
Alfredo Mazzamauro, 21, Valentino Rossin, 35, Davide Rotondi,
45, Federico Salotto, 22, Andrea Scantamburlo, 42, Vincenzo
Sisi, 53, Alessandro Toschi, 24, Massimiliano Toschi, 26, e
Salvatore Scivoli, 54 anni. I quattro "capi" erano Alfredo Davanzo (l'ideologo), Davide Bortolato, che guidava l'organizzazione a Padova, Vincenzo Sisi (Torino) e Claudio Latino (Milano).
Il blitz nel Nord Italia Nel corso
del blitz sono state eseguite, in varie città del Nord Italia, oltre 80 perquisizioni, estese
anche al Centro popolare occupato "Gramigna", alla sede dei Comitati proletari per il comunismo di Padova, al Centro proletario "Ilic" e al Centro "La Fucina" di Sesto San
Giovanni. Nell'ex Stalingrado d'Italia arrestato un
32enne. L'uomo, secondo fonti investigative, sarebbe legato al mondo sindacale e
anche al Cpo La Fucina, il centro sociale di via Falck che è stato perquisito.
L'indagine partita nel 2003 Avviata dalla Digos di Milano nel 2003, in seguito al rinvenimento, in
una cantina, di documentazione di natura eversiva e di materiale riconducibile ad attività
illegali (passamontagna, attrezzatura tecnica per fiamma ossidrica, timer ed altra
strumentazione elettronica), l'indagine è stata diretta dal pm Ilda Bocassini. Le investigazioni hanno
consentito di acquisire importanti riscontri circa l'attività ed i progetti terroristici del gruppo.
Esercitazioni paramilitari Alcuni degli arrestati sono stati filmati durante esercitazioni paramilitari alcuni degli arrestati di oggi
accusati di associazione sovversiva a fine di terrorismo. Gli
arrestati sono stati "incastrati" anche da alcuni filmati ripresi dalle forze dell'ordine, in cui
effettuano delle esercitazioni paramilitari. I filmati mostrano gli arrestati mentre sono impegnati
a sparare con diversi tipi di armi in aperta campagna.
Armi e materiale informatico Tre grossi bidoni in plastica a chiusura ermetica sotterrati in un insospettabile
orto sulla collina torinese. Dentro un kalashnikov, munizioni, e documentazione cartacea ed
informatica. È quanto hanno trovato, con l'aiuto dei cani, gli uomini della Digos della polizia di
Torino coordinati da Giuseppe Petronzi, in un terreno di 20 metri per 30 nelle disponibilità di
Vincenzo Sisi, uno dei due arrestati del filone torinese dell'inchiesta.
In uno dei bidoni scoperti sotto terra in un orto di Gassino torinese, era nascosto un kalashnikov M70 perfettamente funzionante e in ottimo stato, circa
150 proiettili e due caricatori. In un altro contenitore è stato trovato materiale informatico ora al
vaglio degli inquirenti e nel terzo moltissimo materiale documentale, fra cui ci sarebbero anche
copie, in originale e ciclostilate, della rivista clandestina "L'Aurora" che sarebbe al centro di
tutta l'inchiesta.
Le riunioni a Milano Si tenevano a Milano gli incontri organizzativi e le riunioni tra gli affiliati delle tre cellule delle nuove Br. Incontri a cadenza mensile, che avvenivano però - come accertato dagli inquirenti - in maniera casuale: "Non c'era un luogo prefissato, di solito l'appuntamento era in un luogo pubblico, in mezzo alla folla - ha spiegato il pm Ilda Boccassini -. Poi iniziavano una serie di pedinamenti e contro-pedinamenti per verificare che non si fosse seguiti". Spesso gli appartenenti si dividevano, per poi rincontrarsi dopo qualche chilometro. Tragitti che venivano percorsi a piedi o anche in bicicletta. Gli incontri veri e propri poi avvenivano in bar e ristoranti definiti al momento.
Dieci Kalashnikov nel parco dei Fontanili L'ultimo incontro tra Bruno
Ghirardi e Salvatore Scivoli risale al pomeriggio del 6 febbraio di
quest'anno all'interno del bar Al Teatro di corso Garibaldi di
Milano. Ghirardi prima di vedere Scivoli aveva incontrato nei pressi
del teatro Strehler Marcello Ghiringhelli e quest'ultimo, prima di
salire sul tram della linea 12, ha consegnato a Ghirardi un involucro
che questi ha aperto, si legge nell'ordinanza, e poi riposto
all'interno del suo zaino. Nella conversazione tra Ghirardi e Scivoli
di martedì scorso si fa riferimento ad una disponibilità di 10
kalashanikov. Armi che venivano nascoste all'interno del parco dei
Fontanili in Agro di Rho. Ghirardi e Scivoli avevano fissato un nuovo
incontro per giovedì prossimo, alle ore 13.30 a porta Genova.
Proselitismo all'università Facevano opera di proselitismo tra gli
studenti delle università milanesi due dei 15 arrestati.
Nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, il gip spiega il ruolo di Amarilli Caprio e Alfredo
Mazzamauro, veneti di 26 e 22 anni che fungevano da tramite tra il gruppo padovano e la
cellula milanese. I due erano stati trasferiti "appositamente a Milano per iscriversi alla locale
università allo scopo di avviare opera di proselitismo tra gli studenti".
La donna arrestata Amarilli Caprio, l'unica donna arrestata oggi nell'ambito dell'operazione antiterrorismo, è
iscritta alla Filt (Federazione italiana lavoratori trasporti) della Cgil.
Lo ha reso noto la Cgil di Padova, comunicando anche la sua immediata sospensione dal
sindacato. Caprio, residente a Padova, lavorava da qualche tempo a Milano dove si era
trasferita e dove è stata arrestata.
Pisanu "La nostra polizia sta
concludendo brillantemente una vasta operazione contro le nuove Brigate Rosse, avviata due
anni fa nel Nord industriale con l'intelligente contributo del Sisde". L'ex ministro dell'Interno
Giuseppe Pisanu commenta la maxi-operazione Ps in corso nelle regioni settentrionali,
sottolineando come vengano "così confermate sia la pericolosità del terrorismo interno, sia
l'esigenza di fronteggiarlo tenendo sempre elevata la capacità di analisi, di prevenzione e di
contrasto delle nostre forze di sicurezza". "Non mi sorprenderei - aggiunge il senatore di Fi - se risultasse che questi terroristi, mentre
mantengono legami con le vecchie Br di Seconda Posizione, ne intrattengono di nuovi con gli
anarco-insurrezionalisti e lo stesso terrorismo internazionale".
Il capo della polizia Gianni De Gennaro, capo della polizia, ha indirizzato al questore di Milano, Vincenzo Indolfi, un messaggio di compiacimento per l'operazione antiterrorismo condotta nel Nord Italia. "Desidero farle pervenire - è scritto nel messaggio - i miei sentimenti di grande soddisfazione e compiacimento per la brillante operazione, frutto di una paziente attività investigativa e di un'intelligente collaborazione con i servizi di informazione nazionali, ma che, soprattutto, evidenza una non comunque professionalità nell'impiego delle più sofisticate tecniche di indagine sotto la direzione dell'Autorità giudiziaria inquirente"
Prodi: efficace azione anti Br «Soddisfazione per l'efficacia dell'intervento» contro la cellula eversiva brigatista è stata espressa da Calcutta dal presidente del Consiglio, Romano Prodi. Il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, ha spiegato Prodi, «mi ha informato sugli esiti delle operazioni antiterrorismo.
Nel felicitarmi con le forze dell'ordine per l'efficacia del loro intervento esprimo la mia soddisfazione per questa azione preventiva, che ha impedito all'organizzazione terroristica di colpire lo Stato, le istituzioni democratiche e personalità della politica e della società civile».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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