Leggi il settimanale

Blitz dei No Tav, quindici denunce per l’irruzione a Palazzo Marino

Quindici denunciati per violenza privata. Finalmente qualcosa e qualcuno si è mosso. E gli antagonisti del Cantiere (in veste No Tav) che hanno simbolicamente occupato il cortile di Palazzo Marino potrebbero essere chiamati a risponderne. In sede penale, come accadrebbe a qualunque altro comune mortale. Come accadrebbe a ogni privato cittadino che non fosse garantito da motivazioni pseudo-ideologiche.
Il blitz è di pochi giorni fa. I sovversivi hanno tentato di boicottare il convegno sulla legalità organizzato in Comune da varie associazioni tra cui l’Anpi. Volevano impedire che parlasse il procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli, che ordinò l’arresto di alcuni «compagni no Tav». E avevano occupato la sala del Consiglio comunale, la più importante, simbolicamente, di tutto il palazzo. Nessuno era intervenuto in quel momento, e il blitz aveva creato non poco imbarazzo, anche perché in Comune si sono presto resi conto che fra gli obiettivi dell’azione dimostrativa c’era anche il sindaco Giuliano Pisapia con la sua giunta arancione. Avevano provato a intervenire il presidente del consiglio comunale, Basilio Rizzo, e i consiglieri Mirko Mazzali e Luca Gibillini, i più vicini all’area dei centri sociali. Con loro anche il direttore generale Davide Corritore, e il responsabile delle relazioni istituzionali, Gianni Confalonieri. Tutti insieme avevano provato a mediare con i «No Tav».
Solo dopo aver dato ai disobbedienti il tempo e lo spazio per urlare slogan contro tutti, era arriva il momento dello sgombero, e le condanne, fra le quali quella dello stesso Pisapia: «Non ci facciamo intimorire da nessuno». Critiche dure sono poi arrivate sia dal Pdl che dal Pd. Il presidente Formigoni ha parlato di «un’escalation inaccettabile» e Guido Podestà ha puntato il dito contro «un’azione intimidatoria che tenta di riaffermare la violenza».
Il giorno precedente un «blitz» dei soliti compagni dei centri sociali aveva mandato in tilt il traffico ferroviario nel Milanese con un atto di vero e proprio sabotaggio sulla linea Lambrate-Rogoredo. Un milione di euro di danni solo per le infrastrutture e solo per la prima fase dei lavori. E a fare le spese della protesta dei No Tav (o chi per loro) sono i viaggiatori, soprattutto pendolari.

I danni sul momento sono stati tamponati al meglio, con un solo treno soppresso e con i ritardi delle corse ridotti a pochi minuti (al massimo una decina), ma avrebbero potuto essere ben più sostanziosi. «È stato un atto criminale» ha detto l’assessore lombardo alle Infrastrutture, Raffaele Cattaneo.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica