Il 15 febbraio è entrato in vigore - approvato con la consueta, acritica ritualità - l'ennesimo blocco degli sfratti: per l'esattezza, il 21° nel solo periodo che ci separa dalla legge dell'equo canone (quindi, siamo a un ritmo, più o meno, di un blocco ogni anno e mezzo). La sospensione delle esecuzioni di rilascio (degli sfratti, in gergo) durerà sino al 15 ottobre di quest'anno per gli inquilini della proprietà diffusa, e sino al 15 agosto dell'anno prossimo per la cosiddetta grande proprietà (assicurazioni, enti ecc.).
Il nuovo blocco, a proposito del quale ogni notizia può essere scaricata dal sito www.confedilizia.it: testo integrale della legge, commento esplicativo, tabella sinottica, elenco complessivo di tutti i Comuni interessati) è il più ampio, per territorio e categorie di inquilini investiti, che sia mai stato varato negli ultimi trent'anni. Perchè è vero che questa ritualità (infatti, non è basata su nessun dato certo relativo al concreto disagio abitativo in essere, essendosi così legiferato solo sulla base di affermazioni apodittiche, per non dire strampalate) è andata avanti anche negli ultimissimi anni, ma è anche vero che la portata dei blocchi, senza che succedesse alcuna tragedia, neppure quando per anni addirittura non ne è stato in vigore alcuno, era andata progressivamente riducendosi, da ultimo addirittura interessando i soli Comuni con più di 1 milione di abitanti. Ora, come detto, s'è varato un blocco in assoluta controtendenza. Che recherà ulteriore intralcio alla disponibilità dei privati a locare, così come molti vogliono: per dire che bisogna costruire ancora e che bisogna, per locare, far costituire - la norma ad hoc è stata prontamente fatta, in Finanziaria - società apposite, ovviamente esentasse, come le Siiq.
Il nuovo blocco, così, si applicherà addirittura a 849 Comuni, di cui 333 perchè con più di 10 mila abitanti e confinanti con capoluoghi di provincia, e 716 (molti dei quali si accavallano ai primi) perchè definiti - fra l'altro, anni e anni fa - «ad alta tensione abitativa». La popolazione residente nell'insieme dei Comuni interessati ascende addirittura a 32 milioni 843 mila 136: più della metà dell'intera popolazione italiana.
Anche i beneficiari sono stati ampliati, e di molto (rispetto al tradizionale elenco, formato da un Governo di centrosinistra nel 2000).
*presidente Confedilizia
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