Marcello Zacché
da Milano
Il parere dellIsvap sullOpa Unipol-Bnl è stato inviato ieri a Bankitalia, che diventa ora lunico arbitro. La compagnia bolognese ha smentito di aver visionato la documentazione «in anteprima», come riportato ieri da qualche organo di stampa.
Il contenuto del parere Isvap non è infatti disponibile per le parti in causa, anche se ieri si è avuta conferma che la valutazione effettuata dallAuthority ha riguardato esclusivamente «le componenti assicurative delloperazione di acquisizione di Bnl da parte di Unipol». Valutazioni, si legge nella nota dellIsvap, «espresse su richiesta della Banca dItalia nellambito dei rapporti di collaborazione istituzionale tra le due autorità». Nel quartier generale di via Stalingrado, a Bologna, la situazione è seguita con ottimismo. Il fatto che lIsvap abbia valutato gli aspetti assicurativi delloperazione è stato decriptato come un via libera al primo dei tre quesiti in cui si compone, di fatto, la questione: se possa o meno Unipol, come assicurazione, lanciare unOpa per conquistare una società delle dimensioni di Bnl. Su questo punto il numero uno del gruppo, Giovanni Consorte, si sente ora più tranquillo.
Restano da superare altri due problemi. Ma che potrebbero, almeno dal punto di vista della stabilità, essere consequenziali. Il primo è che succede se questa società è una banca. Il secondo è se tale aggregazione, che rientra sotto il cappello dei «conglomerati finanziari», sia o no sostenibile dalle risorse che Unipol ha messo sul piatto. Consorte è «confidente» perché, in questi ultimi 100 giorni, ha effettuato vari ritocchi agli aspetti patrimoniali necessari per aumentare la solvibilità, vero punto critico delloperazione.
Laumento di capitale da 2,6 milioni è cosa fatta. Lemissione del bond da 1,4 miliardi è garantita. Per il 35% di Aurora (700 milioni) ci sono i soldi delle coop già sul tavolo. E a queste risorse si sono aggiunte un aumento di capitale da 300 milioni di Unipol Banca e altri 200 milioni di prestito subordinato della stessa Aurora (che vanno conteggiati al 50% in termini di ratios). Oltre a opzioni a vendere (put) sul 12% di Bnl a 1,5 euro per azione, che valgono altri 550 milioni.
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