La Bocconi si divide in cinque

La Bocconi rinnova il mandato al rettore Angelo Provasoli, nomina il nuovo cda (tra gli ingressi, Diana Bracco, Bruno Ermolli e il banchiere Alessandro Profumo) e annuncia una piccola rivoluzione interna del potere. «È la nostra riforma strutturale - spiega il presidente, Mario Monti - per ridurre la possibilità di singoli docenti o istituti di far valere interessi corporativi, frenando il cambiamento». L’università - prevede il piano del rettore - sarà divisa in cinque scuole che definiranno l’offerta formativa (programmi e corsi di laurea).
La novità non tocca gli studenti, anche se, spiega Provasoli, «ci permetterà di decidere più in fretta sui corsi, tenendo conto delle esigenze del mercato». Le cinque scuole si divideranno la competenza su lauree triennali (Scuola universitaria), specialistiche e master (Scuola universitaria superiore). Ci saranno poi la Scuola di giurisprudenza, quella di dottorato e la Sda.
L’ateneo ha accentrato i poteri di gestione nel Consiglio accademico, organo presieduto dal rettore e composto dai vertici di scuole e dipartimenti (questi ultimo sono 10, «ma potrebbero diminuire»). Da qui partiranno gli indirizzi e i controlli perché siano rispettati. Con la nuova struttura perdono potere le facoltà. «I docenti? Hanno accettato il piano - assicurano Monti e Provasoli - per il bene dell’ateneo». Novità ci saranno anche nel loro reclutamento, con due dei sette esaminatori esterni all’ateneo e stranieri. La Bocconi ha annunciato ieri l’arrivo del primo professore ordinario straniero, Robert Grant di Georgetown; dalla Francia giungerà come associato Maurizio Zollo. «E vogliamo avere sempre più studenti stranieri - spiega Provasoli-. Oggi sono il 9%, contro la media italiana del 2,3».


Mercoledì, infine, entrerà in carica il nuovo cda. Sette i nuovi membri, tra i quali Gianemilio Osculati, futuro Consigliere delegato. E lunedì, per l’inaugurazione dell’anno accademico, arriva il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

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