Body scanner, si parte a settembre

È stato inaugurato a gennaio. Ma il body scanner installato a Malpensa per aumentare i controlli di chi è diretto negli Stati Uniti non è mai entrato in funzione. Nuovo di pacca, ancora nel cellophane. E non c’è verso che cominci a funzionare in estate, in concomitanza con l’aumento delle partenze. La sperimentazione dei body scanner nei principali aeroporti italiani durerà almeno fino a settembre. Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Interno Roberto Maroni. Dietro la scelta di rinviare l’utilizzo delle apparecchiature di ultima generazione ci sono principalmente motivi tecnici, legati alla privacy. I programmatori stanno infatti correggendo il software su cui si basa il sistema per «scannerizzare» i passeggeri. E lo stanno rendendo a misura di privacy. Esclusi i pericoli per la salute. Dopo il dubbi sollevati dallo stesso ministro alla Salute Ferruccio Fazio sugli effetti delle onde elettromagnetiche, il presidente di Enac, Vito Riggio, era intervenuto assicurando che l’emissione dei raggi x è bassissima, tale da non poter provocare alcun tipo di danno.
«Dal punto di vista della salute il rischio è zero - ha rassicurato il ministro dopo le polemiche sugli effetti collaterali dei raggi x e delle onde radio -. Abbiamo prolungato la sperimentazione solo per testare ulteriormente la privacy. Al termine di questa sperimentazione, penso a settembre, se andrà bene, installeremo i body scanner in tutti gli aeroporti, perché vogliamo sigillare il sistema mettendoli al posto dei metal detector».
Attualmente il test delle macchine è in corso a Malpensa, Roma Fiumicino e Venezia a cui si aggiungerà Palermo entro la fine di questa settimana. Con le modifiche al sistema, sul monitor del body scanner, gli addetti alla sicurezza vedranno sì la sagoma del passeggero, ma trascureranno alcune sue caratteristiche personali per aumentare i livelli di riservatezza. «Ovviamente però - puntualizza il ministro - la sagoma sarà visibile e non sarà un’immagine confusa o eccessivamente semplificata. L’obbiettivo finale deve essere e resterà garantire controlli dettagliati». Per aumentare la sicurezza all’interno degli scali ed evitare incidenti sulle piste, il presidente di Sea Giuseppe Bonimi torna ad affrontare l’argomento dei piccoli velivoli.

Dopo l’incidente dell’altro giorno, per cui lo scalo di Linate ha dovuto chiudere per oltre un’ora rallentando il traffico dell’intera giornata, Bonomi chiede che i velivoli «al di sotto dei 4mila chilogrammi vengano posizionati in aeroporti minori» e non atterrino più negli scali «di servizio». «Non è possibile - ha detto Bonomi - che il terzo aeroporto italiano sia condizionato da movimenti di aeromobili che possono pregiudicare l’operatività ordinaria in sicurezza».
MaS

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