Boldi: «Troppe scene volgari questi film non li faccio più»

Il comico parla di «Natale a Miami», l’ultima pellicola con De Sica: «Io e Christian non abbiamo litigato, ma volevo cambiare»

Michele Anselmi

da Roma

«Piacere, Lapo», scherza alla sua maniera Massimo Boldi, offrendosi al microfono di Antonello Sarno. Il giornalista di Studio aperto trasecola. Il comico rivela: lapo, con la minuscola, in milanese stretto significa «parlo». In effetti, doppio senso sul giovane Elkann a parte, Boldi ha proprio voglia di parlare, di spiegarsi. Siamo al Terminal 3 di Fiumicino, dove Neri Parenti sta ultimando le riprese di Natale a Miami, che non chiameremo più «cine-panettone», ma tale resta. Salvo errori, è il ventitreesimo della premiata ditta Boldi&De Sica: però anche l’ultimo. La coppia, scoppiata da tempo, doveva onorare un impegno contrattuale con Aurelio De Laurentiis, mago del genere. Dall’anno prossimo il milanese passa alla Medusa, il romano resta invece alla Filmauro. Il duello è rimandato al Natale 2006, quando entrambi, su fronti diversi, dovranno contendersi il pubblico delle feste.
Reduci da due mesi a Miami, sfiorati dagli uragani Rita e Kathrina, i due comici hanno esaurito le scene comuni, venti minuti di film in tutto. Oggi sul set c’è solo Boldi, insieme ai ventenni Francesco Mandelli, Paolo Ruffini e Giuseppe Sanfelice. I primi due vengono dal mondo di Mtv, il terzo da La stanza del figlio. Ma stanno bene insieme. Mandelli, piccolino e capellone, fa il figlio di Boldi. Pensava di partire alla volta di Miami, per «cuccare» in libertà e dimenticare la fidanzata che l’ha mollato, invece una voce d’altoparlante lo raggiunge in aeroporto. Si illude che sia la fanciulla pentita, invece è papà, a sua volta mollato dalla moglie e deciso ad aggregarsi. Boldi si fa strada tra figuranti vestiti da hostess, steward, piloti e passeggeri: e per i tre ragazzi sarà una botta micidiale.
Inutile dire che a Miami il destino di Boldi si intreccia con quello di De Sica, pure lui abbandonato dalla consorte, ma non insensibile al fascino di una ragazzona figlia dell’amico commercialista Massimo Ghini. E siccome siamo nella città di CSI i due italiani finiranno per un equivoco, senza saperlo, nella casa-tana di un serial killer, con tanto di frigorifero ricolmo di resti umani.
Raccontano sul set che la scena con i due impegnati a mangiare testicoli scambiati per polpette, gustandone il sugo e commentando la qualità della carne, sia esilarante. Ma Boldi non pare di questo avviso. «Magari farà anche ridere, vedremo. Però che schifo! Qui non si tratta più di parolacce. Sono le situazioni a essere troppo esagerate. Mi chiedo: se quest’anno mangiano i coglioni, l’anno prossimo che faremo per divertire il pubblico?». La questione, in realtà, non si pone. Ingaggiato dalla Medusa per quattro film, Boldi girerà una commedia con Vincenzo Salemme, diretta da Carlo Vanzina. E intanto sta finendo le riprese della seconda serie di Un ciclone in famiglia, nella speranza di replicare gli ascolti record.
Facendosi serio, nella sua impeccabile camicia a righe, Boldi scandisce sottovoce: «Io e Christian non abbiamo mai litigato. È stata semplicemente una mia scelta. A sessant’anni, dopo la morte di mia moglie, avevo bisogno di cambiare, di ripensarmi, di intraprendere una seconda carriera. Faccio bene? Faccio male? Non so. Ma so che con Medusa avrò una libertà che De Laurentiis non mi dà. Nella scelta dei progetti, dei copioni, dei registi. Poi magari farò egualmente delle puttanate, però voglio provarci». Dunque, il problema starebbe lì, nel «rapporto sempre più burrascoso» con il produttore napoletano. «Aurelio è un grande stratega, sa cosa vuole e riesce sempre ad averlo - precisa Boldi - ma forse abbiamo sbagliato noi a concederglielo sempre». Quindi... «Quindi meglio prendersi una pausa di riflessione. Con Christian ci siamo chiariti. Dobbiamo solo decidere chi terrà il bambino» sdrammatizza nell’andare verso il trucco.
Concorda De Sica, alle prese con una pioggia di spot per la Tim e presto sul set per il seguito di Lo zio d’America. «Nonostante i dissapori e le frecciatine a distanza mi auguro di ritrovare Massimo Boldi tra qualche anno, magari per fare un film insieme... se ancora ci vogliono. In fondo siamo durati più di Bud Spencer&Terence Hill». L’attore capisce il collega: «Da tavola bisogna alzarsi con un po’ di appetito, altrimenti ci si annoia a fare e mangiare sempre le stesse cose. Ma, fuor di metafora, sulla scena dei testicoli non sono d’accordo. Se fa ridere sono pronto a tutto, se non fa ridere diventa una tragedia giapponese».
Natale a Miamiha di fronte un compito mica facile. Superare i 19 milioni di euro incassati l’anno scorso da Merry Christmas e non farsi battere dal Pieraccioni di Ti amo in tutte le lingue del mondo. Per questo De Laurentiis non ha badato a spese, largheggiando in settimane di lavorazione, interpreti e diritti musicali.

L’idea è di riconquistare gli adolescenti, quelli che fanno la differenza al box office, usando, in una chiave alla di Miami. «Città bellissima e violenta, popolata di italiani in tutte le stagioni» sorride Neri Parenti, al quale non sfugge di certo che su quelle spiagge i vip Carlo Rossella e Rita Rusic sono di casa.

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