Bollettino di guerra per i fornitori Kia contro corrente

Nel mondo dell’auto le difficoltà si moltiplicano e le notizie negative si rincorrono di Paese in Paese. Tagli alla produzione, riduzione di personale, rinvio di investimenti già decisi. Sembra un bollettino di guerra. È in crisi l’industria dell’auto, ma anche quella dei veicoli commerciali, camion, macchine movimento terra. In profonda difficoltà gran parte dei produttori: lo sono le industrie europee, quelle americane poi rischiano il fallimento, nonostante il finanziamento (provvisorio) di 17,4 miliardi di dollari concesso dal ministero del Tesoro a General Motors e Chrysler.
La crisi economica e finanziaria sta colpendo tutto l’indotto. L’industria di pneumatici tedesca Continental ha annunciato di aver chiesto alle banche creditrici una ristrutturazione del proprio debito, circa 11 miliardi di euro, in modo di allungare i tempi del rimborso: nel 2007 la società di Hannover aveva ottenuto un finanziamento di 13,5 miliardi di euro per acquistare Vdo, la filiale di elettronica auto allora di proprietà di Siemens. Sempre in Germania ha annunciato lo stato di insolvenza un produttore di freni, la Tmd Friction. Gravi difficoltà finanziarie anche per Tedrive, una società specializzata nella costruzione di sistemi di guida, e Wagon Automotive, un produttore inglese di portire con un’importante filiale in Germania. Oltre al calo della domanda la stretta creditizia è per molte imprese drammatica.
Secondo Björn Voss, analista di Mm Warburg «c’è un vero pericolo per le imprese più piccole, perché il loro margine finanziario è limitato». In novembre la stessa Bmw si è detta pronta a garantire liquidità ad alcuni suoi fornitori. Il pesante calo delle vendite in tutti i mercati del mondo ha fatto decidere alla Toyota, primo costruttore di auto al mondo, di sospendere il piano di produzione dell’ibrida Prius negli Stati Uniti. Per fronteggiare il generalizzato calo della domanda la casa giapponese ha anche dichiarato che fermerà la produzione a fine mese in due dei suoi tre impianti di assemblaggio, bloccando in pratica l’uscita di 5mila modelli Lexus. Le immatricolazioni nel mercato di Tokio, in novembre, sono diminuite del 27%, il livello più basso da ben 39 anni. Negli stati Uniti, Toyota ha accusato un calo delle immatricolazioni del 34 per cento. Sembra in controtendenza Kia Motors, le cui consegne globali hanno raggiunto 1,27 milioni di unità (più 10,1%). Un risultato superiore alle vendite complessive del 2007. In Cina la Kia ha registrato un più 33,9 per cento, nel Nord America il calo è stato contenuto nel 6,3%.

In Europa, nonostante la caduta del mercato, la società coreana ha registrato un ulteriore miglioramento (più 0,7%) rispetto all’anno precedente.
Tornando all’Europa la situazione è critica non solo nei mercati maturi dell’Ovest (-26%), ma anche nei nuovi Stati membri (-22,6%).

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