Cronache

Bolzaneto processa il Comune e fa colare la Gronda in testa a Marta

Bolzaneto processa il Comune e fa colare la Gronda in testa a Marta

Finisce con l'assessore Margini costretto a lasciare il teatro scortato da un nugolo di vigili urbani. Del resto, che l'ultimo appuntamento del debat publique sulla gronda di ponente non fosse iniziato sotto la migliore stella per gli uomini della giunta Vincenzi è apparso chiaro sin da subito. Dalla folla che già alle 20 si assiepava fuori dal teatro Govi di Bolzaneto spingendo nel tentativo di entrare e unirsi alla contestazione. Dalla platea stracolma - almeno un migliaio di persone - che ha iniziato a rumoreggiare rabbiosamente quando si è sparsa la notizia che no, il sindaco neanche questa volta avrebbe partecipato alla discussione, che pure aveva fortemente voluto come esempio di «democrazia partecipata». Dallo striscione durissimo, sorretto in prima fila da un gruppo di bambini, che recitava: «Sopra la gronda la giunta mangia, sotto la gronda la giunta muore».
E infatti il dibattito, da subito, si trasforma in una contestazione con vivaci scontri verbali, talvolta anche fisici. Neanche il tempo di iniziare e già partono le prime bordate di fischi. Non appena dato il via al filmato delle autostrade che spiega le cinque diverse ipotesi di tracciato il pubblico sfoga la rabbia repressa di anni di prepotenza, trascuratezza e decisioni imposte dall'amministrazione comunale. L'intera platea si alza in piedi e lancia insulti all'indirizzo dei relatori. I più gettonati diventano «ladri» «ridicoli» «servi» e «cileni». Una rabbia incontenibile, tanto da costringere a rinunciare alla proiezione e lasciar spazio al dibattito. Prende la parola l'assessore Mario Margini per parlare dei tracciati ma viene riportato al silenzio da un grido unanime: «Non lo vogliamo». Allora ci prova il vicesindaco Paolo Pissarello, spiega che verrà ridotto al minimo il numero di case da demolire e che i proprietari verranno risarciti adeguatamente. Ma il pubblico non lo lascia neppure finire di parlare. Ancora peggio va a Gianni Crivello, presidente del municipio V Valpolcevera. Lui non riesce neanche ad avvicinarsi al microfono. E allora, voce ai comitati. Prende la parola Alessandro Grasso, parla della fatica fatta per acquistare la propria casa, chiede chiarimenti sugli indennizzi e attacca: «Avete scelto cinque tracciati nel tentativo di dividerci, di spingerci a votare per quello che non passa da casa nostra ma non ci riuscirete». Prova a rispondergli Mario Margini. Tra i fischi e gli insulti riesce solo a spiegare che verrà adottato il meccanismo già applicato in via Colano, dove sono state costruite nuove case per chi ha dovuto abbandonare la propria per far spazio al mercato ortofrutticolo. Viene interrotto da vere e proprie minacce politiche: «Ci ricorderemo di tutto alle prossime elezioni. Per avere il nostro voto la Vincenzi è venuta a parlare di riqualificazione di Begato e ospedale di vallata. E adesso non ha neppure il coraggio di metterci la faccia. Vergogna!».
Poi tocca a Vincenzo Matteucci, del Movimento Indipendentista Ligure: ricorda come il fatto di aver portato avanti cinque tracciati ha distrutto il mercato immobiliare nella zona e chiede che si realizzi un tunnel sotterraneo. Risponde Autostrade parlando di un problema di falde sotterranee ma gli fa eco il pubblico citando il tunnel sotto la Manica. Il tema che più preoccupa i residenti della Valpolcevera resta però quello dell'ambiente: parlano di amianto, polveri sottili, sversamenti di terra in mare, ricordano le servitù del passato di Erg e Sanac. Mario Iacopino chiede rassicurazioni mediche e invita gli amministratori a trasferirsi un mese in casa sua, in via Porro - «a mie spese» tranquillizza - per capire cosa significa vivere sotto un'autostrada. Un altro cittadino gli fa eco: «Tra dieci anni, quando la gronda sarà conclusa voi - spiega indicando i relatori - sarete in un ricovero. Ma mio figlio inizierà la sua vita. Cosa gli state riservando?».
La tensione sale alle stelle. Il vicesindaco Pissarello esce per parlare con chi è ancora fuori dal teatro. Viene accerchiato da persone inferocite. Intervengono i carabinieri per sorvegliarlo. Alla fine vengono fatte aprire le porte per permettere a tutti di partecipare. Il dibattito prosegue ma i cardini restano sempre due: «La gronda non serve» e «Se proprio avete soldi da spendere investiteli in strade e sanità».
A Mario Margini il compito di placar gli animi: «Non abbiamo deciso ancora nulla - rassicura - vi stiamo ascoltando e il consiglio comunale deciderà anche sulla base delle vostre obiezioni». Ma la Valpolcevera ha smesso da un po' di credere alle promesse: «Non siete credibili, buffoni!» è la chiosa finale. Arrivano i vigili urbani per accompagnarlo fuori. Nel teatro si spengono le luci. Ma non la voce del dissenso.

Venerdì 6, annunciano i comitati, nuovo corteo di protesta.

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