Politica

Bonino: «Con Prodi faremo i conti in Parlamento»

Emanuela Fontana

da Roma

Di battute sono prodighi: Massimo D’Alema dovrebbe «dire qualcosa di laico», la questione dei Pacs nel programma dell’Unione è stata affrontata «con la tecnica del carciofo», quanto a Fausto Bertinotti, è «troppo impegnato con Caruso e la fiamma olimpica». Eppure tra schiaffi e sberleffi la radicalsocialista Rosa nel Pugno garantisce: il 24 firmeremo il programma. Chi si aspettava che Emma Bonino sfoderasse l’antica grinta per un bel «non ci sto» alla coalizione di centrosinistra, si ritrova invece un’europarlamentare radicale che rassicura: «Cosa devo fare? Giurin giuretto come i bambini? Dirvelo in arabo? Per la trentaduesima volta ripeto che firmeremo il programma. Il 24 febbraio sarò lì la mattina presto a firmare quello che mi danno».
I conti con la coalizione si faranno poi, in Parlamento, dove Bonino si augura possano arrivare «un bel gruppo di laici. Speriamo di vincere le nostre battaglie per il bene del Paese, sennò le inizieremo lì». E tra i conti ci sono più garanzie alla scuola pubblica, una posizione meno «ambigua» sui Pacs, i Patti di civile convivenza, la riforma degli ammortizzatori sociali e il reddito di cittadinanza, come hanno ripetuto ieri in conferenza stampa la Bonino, Enrico Boselli, Enrico Villetti, Ugo Intini, Marco Cappato e Daniele Capezzone. Dalla Bonino un attestato di stima per il Professore: «Ho dato atto a Prodi di essersi molto speso nel vertice dell’altra sera per chiarire la vicenda sui Pacs, ma più lui chiariva e più Rutelli diceva no, si è fatto una specie di discorso del carciofo in cui togli e togli non resta più niente. Alla fine hanno individuato una formula che nasconde il dissenso politico e che va chiarita». Il leader dello Sdi Boselli sottolinea: «Noi non abbiamo proposto sui Pacs la legge Zapatero, ma quella Aznar. Quello che proponiamo non intacca assolutamente la famiglia».
Ma perché il Prc e la sinistra radicale non seguono «la Rosa» e rimangono a stretto contatto con Prodi? «Perché Bertinotti mi sembra troppo impegnato con Caruso, la fiamma olimpica e Mastella», chiarisce Capezzone. E Alfonso Pecoraro Scanio, presidente dei Verdi, «non si è accorto che sui Pacs è stato firmato un accordo che Walter Chiari chiamerebbe un sarchiapone asiatico dal pelo lungo». L’altro nodo è la laicità, «di cui D’Alema dovrebbe andare a ripetizione - lo incalza Boselli - visto che fece approvare la parità tra scuole pubbliche e private nel 2000».
Pur firmando il programma, la Rosa nel pugno si augura che, nelle due settimane che mancano alla presentazione del simbolo, «si possa far capire alle altre forze quanto è importante arrivare a un programma migliore per battere la Cdl». Da mettere in agenda ci sono una manifestazione per la difesa della scuola pubblica e una al fianco delle organizzazioni gay. «Chiederemo ai cittadini di votarci perché i rapporti di forza contano», precisa la Bonino. L’appello sarà rivolto soprattutto a professori e studenti. Ma nessuno scandalo per la firma con il naso tappato: «Le coalizioni di governo nascono da posizioni disomogenee, ecco perché si chiamano coalizioni».
Altro problema è se Ds e Margherita decideranno di fondare un unico partito: «Mi chiedo - riflette Capezzone - come voterà il gruppo parlamentare che formeranno Ds e Margherita.

Come Fassino o come Rutelli?».

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